COPYRIGHT

Siae, pronto il cartellino giallo Ue per l’Italia

Secondo Bruxelles la riforma della gestione dei diritti d’autore mantiene vivo il monopolio. La Società italiana autori editori: “Nessuna procedura d’infrazione in corso”. Respinto alla Camera l’emendamento del Pd Minnucci per la liberalizzazione del settore

Pubblicato il 20 Lug 2017

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E’ già pronta, e sarà ufficializzata a settembre, l’apertura di una procedura d’infrazione della Commissione europea nei confronti dell’Italia sulla gestione dei diritti d’autore. Ad anticiparlo è il quotidiano La Stampa: la riforma del settore varata dal Governo non sarebbe considerata sufficiente dall’Ue per consentire al Paese di adeguarsi alle norme della cosiddetta “direttiva Barnier”, emanata nel 2014, in cui si chiedeva agli Stati membri di uniformarsi a una serie di principi comuni per la raccolta e la gestione dei diritti d’autore.

Alla base della decisione di aprire una procedura d’infrazione contro l’Italia, riporta il quotidiano, c’è il fatto che la liberalizzazione del diritto d’autore partita in Italia sarebbe per la Commissione “soltanto parziale”, dal momento che mantiene vivo il monopolio Siae e non garantisce la concorrenza tra i vari soggetti in campo.

La Siae dal canto suo ribadisce che che “Non è in corso al momento alcuna procedura di infrazione nei confronti del Governo italiano per il decreto di recepimento della direttiva Barnier, che ha mantenuto in Italia l’esclusiva dell’intermediazione del diritto d’autore a Siae, ad eccezione dei diritti online che sono già liberi”. “Non ci risulta e ovviamente non possiamo pronosticare il futuro – prosegue Siae – possiamo però dire che l’Italia, a differenza di altri Paesi Europei, che non hanno ancora recepito la Direttiva, ha reso legge la direttiva Barnier seguendo l’invito all’armonizzazione. Il legislatore ha compiuto una scelta di merito sul recepimento e Siae non può che seguire le norme adottate”. “Continuiamo la nostra battaglia a tutela del diritto d’autore – conclude il comunicato Siae – forti dei risultati ottenuti in questi ultimi anni grazie anche alla digitalizzazione della Società. La partita del diritto d’autore si gioca a livello internazionale e Siae è pronta a difendere i propri associati, non condividendo logiche di polverizzazione ed invece lavorando per consentire al repertorio italiano di continuare a rivestire un ruolo centrale nel panorama della produzione culturale”.

A normare il settore in Italia è la legge 633 del 1941, che ha istituito il monopolio, e sulla quale il Governo è intervenuto per adeguarsi alle norme Ue con il decreto legislativo 35 del marzo 2017, mentre infuriavano le battaglie legali dopo l’ingresso in campo di nuovi player, come ad esempio l’italo-britannica Soundreef. La riforma varata con Dario Franceschini alla guida del Mibact lascia in sostanza alla Siae il monopolio della raccolta dei profitti dei diritti d’autore, ma apre alla possibilità per gli artisti di affidarsi “a un organismo di gestione collettiva o a un’entità di gestione indipendente di loro scelta”.

Intanto ieri è arrivata l’emendamento del deputato Pd Emiliano Minnucci sulla liberalizzazione dei diritti d’autore “è stato giudicato inammissibile per difetto di materia in quanto la Presidenza della Camera ha ritenuto ammissibili solo gli emendamenti relativi a situazioni ove è in corso una procedura di infrazione”, annuncia lo stesso Minnucci. “Nonostante ciò – prosegue – resta il fatto che il percorso verso una vera apertura del mercato dei diritti d’autore deve essere un atto caratterizzante l’agenda politica del Partito democratico e, di conseguenza, del nostro Parlamento. Come ho ribadito in queste ultime ore, la questione non deve essere inquadrata come una battaglia tra Fedez o Franceschini o tra i nuovi e i vecchi democratici: dobbiamo aprire, piuttosto, una discussione sulla liberalizzazione anche e soprattutto perché molti cittadini giustamente ce lo chiedono. In quest’ottica, malgrado il ‘no’ odierno, presenterò una PdL o riproporrò lo stesso emendamento in un altro provvedimento – conclude Minnucci – con l’obiettivo di aprire la strada verso un vero e proprio completamento del processo di liberalizzazione dei diritti d’autore. Siamo solo all’inizio”.

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