Il 6 dicembre 2016 è stato pubblicato il bando di gara per la fornitura e l’attivazione di mille braccialetti elettronici al mese. “Sono pervenute tre offerte da parte di tre aziende”, che “la commissione ha esaminato”. Secondo la previsione del ministero dell’Interno “il contratto sarà stipulato entro il 2017”. A dirlo, in aula alla Camera, il sottosegretario alla Giustizia, Gennaro Migliore, rispondendo a un’interpellanza a firma Forza Italia (Amedeo Laboccetta) sulle misure alternative al carcere. Secondo i dati “acquisiti il 31 maggio 2017” le ordinanze adottate dalla magistratura per l’attivazione dei braccialetti elettronici “raggiungevano un totale di 12.539 al 1° gennaio 2014, nella stessa data erano stati attivati 10.170 dispositivi”. Alla fine di maggio 2017, invece, risultavano attivi 2.000 dispositivi, 121 in lista di attesa e 30 in attivazione pianificata”.
A dirlo, in aula alla Camera, il sottosegretario alla Giustizia, Gennaro Migliore, rispondendo a un’interpellanza a firma Forza Italia (Amedeo Laboccetta). Il ministero dell’Interno per la gestione tecnica dei dispositivi “ha stipulato una convenzione quadro con Telecom” in scadenza per la fine 2018.
“E’ un vero e proprio business quello che riguarda i braccialetti elettronici per i detenuti agli arresti domiciliari”, ha dichiarato Laboccetta, illustrando un’interpellanza urgente al governo della quale è primo firmatario. “Disfunzioni e disorganizzazione costringono le persone che potrebbero lasciare il carcere e andare ai domiciliari a permanere negli istituti penitenziari, con aggravio di spese a carico dello Stato. Si tratta di un’ingiustizia sostanziale che potrebbe esporre il nostro paese a ricorsi alla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo di Strasburgo, con sicura condanna a congrui risarcimenti”, ha continuato Laboccetta.
“I costi sin qui sopportati sono stati enormi, si sono spesi oltre 175 milioni di euro con scarsi risultati. Addirittura il costo giornaliero in Italia è di oltre 100 euro mentre nel Regno Unito si spendono solo 7 euro. Il nuovo bando di gara, per oltre 45milioni di euro, ancora non si è completato e addirittura il Governo nella sua risposta ha previsto la conclusione non prima della fine dell’anno”, aggiunge il parlamentare.
“La risposta del governo non ci ha soddisfatto e temiamo che saranno ancora tanti quelli che dovranno attendere settimane se non addirittura mesi per godere dell’attenuazione della custodia. Il ministro Orlando aveva garantito una soluzione entro il 30 giugno mentre oggi in Aula a Montecitorio il sottosegretario Gennaro Migliore lo ha smentito. Se ne riparlerà forse tra sei mesi. La questione non riguarda soltanto i detenuti noti alle cronache ma i tanti Gennaro Esposito o Mario Rossi che subiscono un odioso e grave pregiudizio. Il Governo al più presto deve fare totale chiarezza su un fenomeno che ci appare opaco e che riguarda migliaia di persone”, ha concluso Laboccetta