Le comunità montane della Toscana lanciano l'allarme, per la
scomparsa delle cabine telefoniche dai piccoli comuni. L'Uncem,
l'Unione delle comunità montane toscane, in tandem con
l'associazione dei consumatori dell'Aduc, lanciano un
appello all'Agcom per risparmiare le vecchie cabine
telefoniche, vista la carente copertura della rete di telefonia
mobile in alcune zone.
C’è preoccupazione, si legge in una nota dell'Aduc, per
l’annunciata soppressione delle cabine telefoniche pubbliche, che
presto rischiano di scomparire del tutto dai Comuni. Ciò alla luce
di una delibera dell'Agcom (pubblicata nella gazzetta ufficiale
numero 77 del 2 gennaio 2010) che autorizza Telecom Italia a
rimuovere i telefoni pubblici "in eccesso": hanno
l’obbligo di essere risparmiati solo quelli presenti negli
ospedali, nelle scuole e nelle caserme. E allora in questi giorni
si potrà iniziare a vedere affisso sulle poche cabine telefoniche
pubbliche rimaste un grande cartello rosso con scritto:
"Questa cabina sarà rimossa dal giorno" e una data.
Il presidente di Uncem Toscana Oreste Giurlani e il presidente
dell'Aduc Vincenzo Donvito esprimono preoccupazione per quelle
realtà, quali i Comuni montani, nei quali il telefono pubblico
resta spesso un servizio essenziale, soprattutto considerando il
fatto che la rete di telefonia mobile non sempre garantisce la
totale copertura ai territori. Per questo motivo Giurlani ha
scritto una lettera a tutti i 168 comuni montani, che come Uncem
rappresenta, per chiedere che venga fatto un quadro complessivo
della presenza e dell’effettivo utilizzo delle cabine telefoniche
presenti, ed ha inoltre chiesto un incontro con l’Agcom per
esaminare attentamente la situazione.
E’ importante per tutti i cittadini sapere che, entro 30 giorni
dall'affissione del cartello di rimozione sulla cabina, sarà
possibile scrivere una email all'indirizzo
cabinatelefonica@agcom.it per sospenderne la rimozione.
"Se pensiamo che tale provvedimento rientra nel complessivo
quadro di tagli generali che rischiano di non garantire più i
servizi essenziali ai cittadini dei piccoli Comuni, e qui penso
anche ai servizi postali, alle scuole, alle farmacie, ecc., desta
ancora più preoccupazione per il futuro delle zone rurali. Bisogna
pensare che va salvaguardata soprattutto la fascia di popolazione
più fragile, prima di tutto agli anziani, che in questo tipo di
servizi trova la soluzione più accessibile alle proprie esigenze.
E’ per questo che l'Uncem Toscana ha chiesto che venga fatto
un monitoraggio nei singoli territori per delineare un quadro
preciso della situazione e trovare possibili soluzioni.
Mentre l'Aduc ha preannunciato un esposto per interruzione di
pubblico servizio: quello di Telecom Italia, in virtù del
contratto di servizio che questo gestore ha con lo Stato, deve
garantire l'uso base della telefonia ovunque, non solo nelle
case degli abbonati; se questo ovunque nel le zone montane non è
possibile per assenza o presenza precaria dei segnali della
telefonia mobile, non ci sono alternative alle pubbliche
cabine”.