Con le dimissioni di Cattaneo si metta fine ai compensi “monstre” per i manager. L’appello arriva da Asati a pochi giorni dalla notizia delle dimissioni dell’Ad di Tim.
I piccolo azionisti esprimono “rammarico per l’ennesima dimostrazione che gli interessi degli altri azionisti e dei dipendenti non sono neanche l’ultima preoccupazione per chi siede negli organi sociali e per chi la controlla”.
“Tim non è una società guidata da organi collegiali ma da azionisti che, senza passare per un confronto sostanziale e dialettico con gli organi sociali, decidono dal di fuori cosa fare, come e quando, per poi “ricordarsi” di qualche obbligo di legge come una delibera del Cda, un parere del Comitato Nomine, l’assemblea, i cui contenuti sono ben noti alla stampa e al mercato molti giorni prima che gli organi stessi si riuniscano – si legge in una nota – Diversi giornali riportano che l’assemblea avrebbe approvato il contratto di Tim con Cattaneo: difficile approvare un documento che non si conosce nei dettagli. Oltretutto, come noto, l’assemblea non aveva alcun potere in merito, se non quello di autorizzare il Cda a utilizzare azioni ordinarie per corrispondere, in parte, il premio: anche in caso di parere negativo, il contratto – tra l’altro già sottoscritto e vigente al momento dell’assemblea – avrebbe continuato a essere valido”.
Secondo Asati l’operato del cda, dal marzo scorso a oggi, “dimostra la totale mancanza di quel senso di rispetto, di dignità, di moralità e di trasparenza che ne dovrebbero contraddistinguere l’operato”.
“Tutto ciò è avvenuto nel silenzio assordante della politica, e del governo in particolare, che hanno cominciato a mostrare timidi segnali di “indignazione” solo nel momento in cui un’aziend privata e operante in un settore privatizzato ha esplicitamente disatteso e contrastato i piani alti”.
Bene starebbero facendo la Consob e l’Agcom nel voler verificare il controllo di fatto su Tim. “Non possiamo nascondere il dubbio che, alla fine dei conti, piuttosto che scuotere i mercati con la verità si preferisca lasciarli nel torpore delle falsità, guardando con favore ai brevi rialzi del titolo – come quello di oggi, legato probabilmente alla scadenza del “convertendo”– che non rispecchiano minimamente la sostanza e il piano industriale di una società: come abbiamo visto più volte, i piani di “lungo periodo” cambiamo contenuto nel brevissimo periodo”.
“Come associazione composta, per lo più, da azionisti che sono anche dipendenti della società ci auguriamo che l’annunciato triumvirato si spartisca adeguatamente i compiti, per non dover assistere, all’indomani dell’estate, a nuovi conflitti per deleghe conferite e poi ritirate. Infine, ci auguriamo soprattutto che la chiusura dell’era Cattaneo significhi anche chiusura dell’era di compensi/bonus monstre”.