Nel secondo trimestre del 2017, Alphabet ha registrato 3,52 miliardi di dollari di utili, in ribasso del 27,8% rispetto a 4,88 miliardi dello stesso periodo dello scorso anno. Sul calo maggiore dei profitti dal 2008 ha pesato la multa record per 2,42 miliardi di euro comminata il 27 giugno scorso dalla Commissione Ue alla controllata Google, accusata di avere sfruttato la sua posizione dominante nelle ricerche internet per promuovere i propri servizi.
Senza la multa – sulla quale il gruppo sta valutanto il da farsi – gli utili sarebbero cresciuti del 28% a 6,3 miliardi. I profitti per azione sono passati a 5,01 dollari da 7 dollari ma sarebbero stati pari a 8,9 dollari senza la multa Ue; il risultato ha comunque battuto le stime degli analisti ferme a 4,49 dollari per azione.
Nei tre mesi chiusi il 30 giugno scorso, i ricavi del colosso tecnologico sono saliti su base annua del 21% a 26 miliardi di dollari, oltre le previsioni per 25,65 miliardi.
Nel segmento Google – che comprende anche il sito di video YouTube – il fatturato è stato di 25,76 miliardi contro quello pari a 21,31 miliardi dell’anno precedente. Le vendite generate da pubblicità sono salite del 18,4% a 22,67 miliardi; quelle della divisione di Google che comprende le attività cloud, gli smartphone Pixel e il sito di app Play Store hanno raggiunto i 3,09 miliardi (+42,3%). La divisione “Other Bets” (letteralmente, altre scommesse, che comprende progetti e prodotti come i termostati Nest) ha messo a segno ricavi per 248 milioni, in aumento dai 185 milioni dell’anno prima. Queste attività restano però non redditizie: la perdita operativa è tuttavia scesa a 772 milioni di dollari da quella pari a 855 milioni dello stesso periodo del 2016.
A livello aggregato, i cosiddetti paid clicks (ossia il denaro versato da un inserzionista solo quando un internauta clicca su una sua pubblicità) sono aumentati del 52% nel secondo trimestre del 2017 rispetto a quello del 2016, meglio del +35,2% atteso dal mercato. Il costo per ogni click è però sceso del 23%, più il calo del 14,6% calcolato dagli analisti.
Il costo totale per acquisire traffico è inoltre salito oltre i 5 miliardi di dollari dai 3,98 miliardi dell’anno precedente, più dei 4,8 miliardi del consenso. Per Ruth Porat, direttore finanziario di Alphabet, i conti del secondo trimestre dimostrano come Alphabet stia mettendo a segno una “crescita forte con una sottostante spinta mentre continuiamo a restare concentrati sugli investimenti in nuove fonti di ricavi”.
Nell’ultimo trimestre però il margine operativo è sceso al 16 dal 28%. In attesa dei conti, arrivati a seduta Usa ormai finita, il titolo Alphabet di Classe A ha guadagnato lo 0,45% a 998,31 dollari. Nel dopo mercato ha ceduto il 3% circa. Da inizio anno il rialzo è del 26% e negli ultimi 12 mesi del 31,5%.