Il Pentagono ha inserito i virus e altri strumenti informatici
nell'elenco delle armi che possono essere impiegate contro un
nemico. E' il Washington Post a dare la notizia
dell'aggiornamento della lista classificata che ha già
ricevuto il via libera di altre agenzie come la Cia.
"Che sia un carro armato M-16 o un virus informatico, avrà le
stesse regole, in modo che possiamo capire come usarlo, quando
invece non è possibile", ha detto una fonte militare. Nel
caso dei virus per esempio, il Pentagono chiarisce che per poterne
fare uso contro una rete di un paese straniero è necessaria una
autorizzazione del Presidente. Solo per penetrare la rete, invece
non è necessario il via libera della casa Bianca.
Sul fronte opposto, quello degli "stati canaglia", non
restano a guardare. La Corea del Nord ha drasticamente potenziato
la sua "armata speciale" dedicata alla guerra online, che
conta adesso circa 3mila hacker attivi per portare attacchi mirati
su Internet.
E' quanto ha riferito a Seul un cittadino nordcoreano fuggito
nel Sud, Kim Heung-kwang, esponente di spicco dell'associazione
di defezionisti North Korea Intellectuals Solidarity, secondo cui
lo scorso anno i servizi segreti di Pyongyang hanno portato il
personale hacker da 500 a 3mila unità.
"La Corea del Nord sta potenziando il settore della guerra
online dopo aver riconosciuto la disparità di investimenti tra
l'unità hacker e l'esercito tradizionale", ha detto
Kim durante un convegno a Seul sul cyber-terrorismo.
Secondo le ultime informazioni ottenute oltre confine, il regime
comunista sta "corteggiando" con offerte allettanti i
migliori talenti nazionali nel campo informatico, offrendo loro
corsi di addestramento come cyber-soldati nella capitale.
"Questi prodigi del computer vivono nel miglior contesto
possibile, e se si diplomano a pieni voti anche i familiari possono
trasferirsi a Pyongyang", aggiunge Kim, secondo il quale gli
esponenti di questa particolare élite hanno diritto a viaggi di
studio all'estero e a posizioni di rilievo una volta rientrati
in patria.
La Corea del Sud ha denunciato a più riprese i cyber-attacchi
portati dal Nord contro i siti di ministeri e di istituzioni
finanziarie: l'ultimo caso eclatante risale ad aprile, quando
una sospetta intrusione di hacker nordcoreani ha mandato in tilt i
servizi online di una grande banca locale.