Dopo oltre due anni all’esame del Parlamento,il ddl Concorrenza è legge. Approvato dal Governo ad aprile 2015, tra stop e rinvii, il ddl ha avuto un percorso tortuoso, chiuso oggi dal voto di fiducia del Senato in quarta lettura con 146 sì, 113 no e nessun astenuto. Il disco verde è stato dato sul testo tornato con modifiche dalla Camera, è dunque definitivo. Molte le novità che riguardano le Tlc e l’economia digitale.
Telemarketing: sono state abolite le norme che obbligavano gli operatori dei call center a dichiarare l’identità del soggetto per il quale avviene la chiamata, specificare la natura commerciale e proseguire la chiamata solo in presenza di assenso del destinatario. Viene però esteso anche ai numeri di cellulare il registro delle opposizioni. Inoltre l’utente potrà anche contare sul divieto per gli operatori di ricorrere a compositori telefonici per la ricerca automatica di numeri non inseriti negli elenchi pubblici, mentre sarà creato un prefisso unico che consentirà di individuare immediatamente la telefonata del call center, riservando così la facoltà di rispondere o meno.
Trasporto pubblico non di linea: entro un anno dall’entrata in vigore del ddl il governo è delegato ad adottare un decreto legislativo per la revisione della disciplina in materia di autoservizi pubblici non di linea, come Uber e Ncc.
Cambio operatore Tv o telefono: i clienti dovranno essere informati in partenza di quali spese dovranno affrontare in caso di cambio operatore per il telefono o l’abbonamento tv. Cambiare operatore e annullare un contratto (con il recesso) sono operazioni che il consumatore potrà fare anche per via telematica. Il contratto non potrà essere superiore ai 24 mesi. Semplificate le procedure di migrazione tra operatori di telefonia mobile.
Pagamenti digitali: i pagamenti per l’ingresso ai musei o a eventi culturali potranno essere effettuati anche tramite telefonino.
Costi delle chiamate di assistenza per i servizi bancari: banche e società di carte di credito assicurano che l’accesso ai propri servizi di assistenza ai clienti, anche attraverso chiamata da telefono mobile, avvenga a costi telefonici non superiori rispetto alla tariffa ordinaria urbana.
Stop al parity rate: gli alberghi saranno liberi di fare alla clientela offerte migliori rispetto a quelle dei siti Internet di prenotazione online come Booking. Soddisfazione per questa norma è stata espressa dall’Associazione Italiana Confindustria Alberghi. “Finalmente gli operatori italiani potranno, come già accade in Francia, Germania e altri paesi europei, offrire la loro tariffa svincolati dalla parity rate imposta dalle Ota . commenta il presidente Giorgio Palmucci – Dall’analisi condotta dalla Commissione EU lo scorso aprile, ad un anno dall’entrata in vigore dell’analogo provvedimento negli altri paesi europei, la tariffa alberghiera si è differenziata a vantaggio dei clienti”.
Per il ministro dello Sviluppo economico, Carlo Calenda, l’approvazione “dopo un iter travagliato di quasi tre anni è un importante segnale di serietà per il Paese”.
“La legge – spiega Calenda in una nota – introduce significative novità con l’obiettivo di stimolare la crescita e la produttività e consentire ai consumatori di avere accesso a beni e servizi a minor costo”. Il Mise, prosegue il ministro, “è fin d’ora al lavoro per definire nei tempi più brevi possibili tutti i decreti attuativi necessari per la piena efficacia della legge”. “Nel futuro occorrerà comunque ragionare sull’opportunità di procedere con un approccio settoriale eventualmente mediante decreti legge elaborati tenendo conto delle indicazioni dell’Antitrust”, conclude Calenda.
Anche l’Antitrust esprime soddisfazione, soprattutto “per il valore simbolico” che assume l’adozione delle ddl. “Certo non possono sottacersi i passi indietro della versione approvata rispetto al testo originario – evidenzia l’Autorità – Tuttavia la direzione è quella giusta: la concorrenza è un cardine per lo sviluppo del Paese, per abbassare i prezzi, ridurre le diseguaglianze, stimolare l’innovazione e aumentare il benessere dei consumatori”. Per l’Antitrust, però, il travagliato iter legislativo, durato oltre due anni, “impone una riflessione sull’opportunità per il futuro di ricorrere a interventi più rapidi e incisivi”. Non leggi omnibus “ma adozione di misure settoriali, volte a creare in ogni mercato un sistema di regole chiaro e trasparente, presupposto indispensabile per gli investimenti e la crescita economica”.
Di tutt’altra opinione i consumatori. “Oggi è un brutto giorno per i consumatori – dice Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori – Non facciamo mai dietrologia, sappiamo che certe cose sono più facili a dirsi che a farsi, ma che una legge finisca addirittura per peggiorare l’esistente, francamente è troppo”. Entrando nel dettaglio Dona critica l’abolizione del parity rate. “Consentire agli albergatori di praticare prezzi differenti rispetto a quelli offerti online, impedirà al consumatore di poter confrontare i prezzi in modo trasparente sui siti comparatori, risparmiando sulle vacanze come avvenuto in questi anni” conclude Dona.
“Si tratta di provvedimenti nella maggior parte dei casi all’acqua di rose, che non determineranno benefici tangibili ai cittadini e che rischiano addirittura di determinare un danno per i consumatori”, commenta il presidente del Codacons, Carlo Rienzi.