Il governo non mette veti allo scorporo della rete Telecom. A prendere posizione per l’esecutivo guidato da Paolo Gentiloni è Pier Carlo Padoan, ministro dell’economia e delle finanze, dai microfoni di Skytg24. Padoan ha preso le mosse dalla domanda sugli scenari per l’operatore tlc, per illustrare la sua posizione sul tema che negli ultimi giorni è tornato in primo piano dopo la seduta del Cda Tim che ha segnato l’uscita dell’Ad Flavio Cattaneo e ufficiaizzato il “coordinamento e controllo” di Vivendi sull’azienda, proprio mentre esplodeva il caso Italia-Francia sull’investimento di Fincantieri in Stx: “Lo scorporo della rete dalla fornitura dei servizi è un discorso noto – afferma Padoan – è una configurazione che aumenta l’efficienza e la competizione, va applicato dove possibile”.
Quanto al Golden power e all’istruttoria avviata dal governo su Tim e la posizione dell’azionista di maggioranza relativa, la francese Vivendi, il caso “verrà valutato dall’ istituzione preposta, la Presidenza del consiglio, con uno scambio con il governo. Io, come ho sempre detto – sottolinea Padoan – vedo che c’è interesse di capitale straniero per l’Italia ma vedo con estremo favore che le imprese italiane facciano investimenti all’estero. Tutto questo deve avvenire con reciprocità”.
Sullo scorporo della rete Telecom è intervenuto questa mattina su Radio anch’io anche Matteo Renzi, ex premier e segretario del Pd: “Non so se sia un’idea di Padoan – afferma – tanti ne parlano da tanto tempo e sicuramente è una delle strade su cui si può ragionare e discutere. Nei prossimi mesi si discuta del piano industriale italiano dei prossimi 10 anni”.
Proprio su questi due sentieri, il ricorso al golden power o un eventuale scorporo della rete Telecom, si snodano le strategie del Governo nei confronti di Vivendi, finita nel calderone dei temi più o meno ufficialmente alla base del confronto Italia-Francia.
Nella direzione dello scorporo vanno anche altri attori sulla scena politica: dopo la Commissione Lavori Pubblici e Industria del Senato che ha lavorato a una mozione per uno scorporo e successiva fusione con Open Fiber, dello stesso avviso sembra anche Pier Luigi Bersani (Mdp), secondo cui il governo è stato “timido” ma “tutte le soluzioni che portassero ad avere un soggetto di rete, e non due, in questo paese sarebbero la cosa più logica. E non deve essere necessariamente una rete pubblica”.
Quanto all’istruttoria sul golden power, è in programma nelle prossime ore il primo incontro del gruppo di coordinamento di Palazzo Chigi, e la decisione è attesa per la fine di agosto.
Intanto Tim, a integrazione dei comunicati stampa del 24 e 27 luglio 2017, Su richista della Consog ha diffuso oggi una nota di precisazione, sottolineando che “la presa d’atto dell’inizio dell’attività di direzione e coordinamento da parte di Vivendi sulla società è avvenuta, a seguito delle dichiarazioni rese in Consiglio di amministrazione dal presidente esecutivo anche nella sua qualità di amministratore delegato del Gruppo Vivendi, a fronte di due specifiche circostanze: da un lato – recita il comunicato – il progetto di rafforzare il management team della società con l’ingresso in Tim di un dirigente apicale proveniente dal gruppo Vivendi, con l’obiettivo, tra l’altro, di realizzare, nel contesto dell’attuale piano strategico, un maggior coordinamento tra le attività industriali e commerciali delle diverse società; dall’altro, il progetto di jv tra Tim e Canal plus Group, quale elemento egualmente indicativo della volontà di avviare, sempre nel contesto dell’attuale piano strategico, una forma di coordinamento fra i due gruppi societari nel settore multimedia”.
Il Consiglio di Amministrazione del 27 luglio 2017, nel prendere atto dell’inizio dell’attività di direzione e coordinamento, “non ha trattato – prosegue la nota – il profilo della sussistenza o meno di controllo ex art. 2359 cod. civ. di Vivendi su Tim”.
In merito alle motivazioni che hanno portato alla risoluzione consensuale e transattiva dei rapporti tra Tim ed il suo precedente amministratore delegato, Flavio Cattaneo, “fermo restando che, come più volte specificato, si è trattato di una risoluzione consensuale – spiega Tim – la Società precisa che i relativi presupposti sono maturati nell’ambito di un dialogo circa la possibile evoluzione dell’organizzazione manageriale di vertice della stessa – a riporto dell’amministratore delegato – in vista delle prossime sfide che dovranno essere affrontate, dialogo che ha evidenziato posizioni non convergenti, e tenuto conto dell’avvenuto raggiungimento da parte dell’Amministratore Delegato degli obiettivi programmati”. “In relazione all’ammontare riconosciuto al dott. Cattaneo nell’ambito del suddetto accordo transattivo, quale già oggetto di comunicazione – conclude il comunicato – si precisa che, nella fisiologica dinamica negoziale e transattiva dell’accordo, a fronte di una riduzione dell’importo dovuto e del mancato riconoscimento di alcuna severance, è stata convenuta l’erogazione della somma concordata per cassa e senza dilazioni temporali o meccanismi di correzione ex post”.