L’Italia è sempre più digitale, ma necessita investire nella formazione per colmare il gap tra domanda e offerta di competenze digitali per il futuro occupazionale e per lo sviluppo del nostro Paese. Chiaro il messaggio lanciato dai relatori all’Open day del Sud Italia sulle competenze digitali “200mila posti di lavoro nel digitale entro il 2020: skill, competenze, opportunità”, organizzato in Calabria, nella città di Cetraro, dall’associazione Italian Digital Revolution
All’incontro, moderato dal giornalista Ugo Floro, sono intervenuti numerosi esponenti di spicco del mondo politico, istituzionale e imprenditoriale. “L’Italia nel digitale ha fatto grandi passi in avanti ma servono competenze digitali specialistiche e diffuse – ha affermatola deputata Pd, Enza Bruno Bossio – Il Piano Industria 4.0 è un altro passo avanti importante compiuto dal nostro paese e non dimentichiamo che abbraccia ogni settore produttivo, anche l’agricoltura 4.0, nonché le start-up e i giovani: è quanto mai importante puntare sulla formazione che è essenziale quanto gli investimenti. Pensiamo al paradosso del Sud Italia, dove la banda larga è molto diffusa ma ancora poco usata”.
Partendo ad esempio anche dai risultati ottenuti grazie al forte aumento della copertura delle reti in fibra ottica e alla sempre maggiore presenza di persone online, calcolata intorno al 67%. Necessitano però maggiori competenze, visto che sono ancora pochi gli specialisti Ict e i laureati nelle discipline scientifiche (14 individui su mille contro i 19 della media Ue). E, se da un lato è in costante crescita la digitalizzazione delle imprese, visto che il 30% utilizza la fatturazione e le aziende comunicano sempre di più attraverso i social media, dall’altro emerge l’esigenza di incrementare l’uso dei servizi pubblici digitali. Nel vecchio continente infatti l’Italia è scivolata dal 17esimo al 21esimo posto per numero di utenti che entrano in contatto con la pubblica amministrazione.
Secondo l’assessora a Roma Semplice di Roma Capitale, Flavia Marzano, “Le competenze digitali sono e saranno sempre più centrali per l’esercizio dei diritti di cittadinanza e per la costruzione del rapporto con la Pubblica amministrazione. Le rilevazioni statistiche ci dicono che in Italia questo livello di competenze è basso. Proprio per questo a Roma abbiamo avviato un programma di supporto all’uso delle tecnologie finalizzato all’abbattimento del divario digitale socio-economico, culturale, generazionale e di genere. Lo abbiamo fatto attraverso l’istituzione della rete di Punti Roma Facile, spazi di accesso assistito dove è possibile acquisire quelle conoscenze che consentano di divenire cittadini digitali e di semplificare il rapporto con la PA. Anche familiarizzando con i quasi 70 servizi online dell’Amministrazione accessibili tramite Spid sul portale istituzionale che è attualmente in fase di ristrutturazione, attraverso un percorso di progettazione partecipata con i cittadini, e che sarà in linea entro l’autunno”.
Per Mauro Nicastri, responsabile competenze digitali dell’Agenzia per l’Italia Digitale, “le competenze digitali rappresentano la vera sfida per la modernizzazione del Paese. Lo dimostrano diverse ricerche effettuate dalle agenzie per il lavoro che hanno rilevato come in Italia oltre il 25% delle posizioni attualmente aperte resta vacante e, contestualmente, il numero di iscritti alle facoltà di Informatica e Ingegneria Informatica non sta aumentando proporzionalmente la domanda. È evidente che l’unica strada per colmare questo gap è quella della formazione e dell’aggiornamento per le professioni già attive”.
Come Aidr, ha dichiarato il vicepresidente dell’AIDR e dirigente area produzione di Formez Arturo Siniscalchi, “riteniamo che il divario tra domanda e offerta di e-skills potrà essere superato solo attraverso una formazione orientata alle competenze digitali sia nella PA che nelle aziende. Finalmente il settore delle professionalità Ict è stato regolamentato dall’Agenzia per l’Italia Digitale con la pubblicazione delle “Linee Guida per la qualità delle competenze digitali”, recependo l’attività normativa tecnica nazionale e internazionale. Riteniamo quindi che ora ci siano tutte le condizioni per avviare piani formativi volti a fornire competenze digitali soprattutto rivolti ai più giovani che rappresentano la forza lavoro del futuro. Per questo siamo felici di annunciare la sottoscrizione di un protocollo d’intesa con l’Università Unitelma – La Sapienza ed un accordo di collaborazione con GI Group con l’obiettivo di avviare al lavoro oltre 800 giovani al termine di percorsi di formazione pensati sulle esigenze della PA e delle aziende italiane”.