IL PROGETTO

Fablab e “maker space”, Milano mette sul piatto 370mila euro

Il Comune punta ad allargare gli spazi di co-working e imprenditorialità alle periferie. L’assessora allo Sviluppo economico, Cristina Tajani: “Più sostegno allo sviluppo delle forme innovative di lavoro e dell’economia della condivisone”

Pubblicato il 11 Ago 2017

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Milano crede nello sviluppo delle forme innovative di lavoro. Il Comune ha approvato le linee di indirizzo per l’aggiornamento e l’ampliamento degli elenchi qualificati dei fornitori di servizi di coworking, maker space e fablab, soprattutto nelle zone periferiche della città, e sono stati erogati incentivi economici per la nascita o l’ammodernamento delle strutture già esistenti. Un provvedimento che mette a disposizione risorse complessive per circa 370mila euro.

“Le linee guida approvate ci consentono di proseguire nel sostegno allo sviluppo delle forme innovative di lavoro e dell’economia della condivisone co-finanziando gli investimenti degli operatori che hanno deciso di aprire nuove sedi di coworking, makerspace e fablab nelle periferie della città – spiega l’assessore comunale alle Politiche per il Lavoro, Attività produttive e Commercio, Cristina Tajani – Questo perché i nuovi luoghi della produzione consentono allo stesso tempo di rivitalizzare i quartieri cittadini e di creare opportunità di lavoro per giovani e professionisti interessati a lavorare in rete”. Sul territorio di Milano, ad oggi, sono 63 i soggetti fornitori di servizi di coworking e dieci tra makerspace e fablab, tutti iscritti all’Albo delle strutture qualificate creato nel 2014 dall’amministrazione meneghina. Questi ambienti vengono definiti “qualificati” poiché offrono più di dieci postazioni di lavoro, tecnologie condivise, spazi comuni e di socializzazione, oltre a zone ristoro e per la condivisione del tempo, di idee ed esperienze in linea con lo spirito dell’economia della condivisione.

Il Comune di Milano ha spiegato che il provvedimento adottato consentirà alle realtà che non l’avessero ancora fatto, di accreditarsi all’Albo qualificato di soggetti fornitori di servizi di coworking, makerspace e fablab, ampliando così la rete di operatori presenti in città e nelle periferie. Per le nuove realtà aderenti sono previsti incentivi economici per complessivi 280mila euro, sino a un massimo di 20mila euro per ogni operatore, al fine di sostenere la parziale copertura delle spese volte all’acquisto di arredi, attrezzature e il miglioramento degli spazi.

Previsti anche 80mila euro destinati agli operatori già presenti nell’albo che potranno contare su un contributo sino ad un massimo di 10mila euro per la sostituzione delle attrezzature o il rinnovo degli spazi o delle infrastrutture di connessione. A settembre sul sito del Comune nella sezione bandi e gare saranno disponibili tutte le info e la documentazione per l’accesso ai bandi rivolti ai coworking, makerspace e fablab. A Milano il coworking va dallo spazio ipertecnologico di via Stefanardo da Vimercate dedicato ai professionisti dell’informatica e dell’innovazione tecnologica, a quello di via Milazzo, dove si ritrova il mondo della comunicazione, con giornalisti, grafici e web designer, passando per via Bramante, dove protagonista è la musica con un nuovo studio di registrazione attrezzato a disposizione di artisti e compositori. Spazio anche alle donne che vogliono conciliare carriera e vita familiare grazie alla struttura di via Simone d’Orsenigo, dove condividere il nido per i bambini e servizi vari, come la lavanderia o le consegne a domicilio. E ancora, il coworking degli architetti e designer del mondo della nautica che trova sede in via Ventura, solo per citare alcuni esempi.

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