Spotify firma un contratto di licenza con Warner Music, preparandosi così il terreno al prossimo sbarco alla Borsa di New York. “Ci abbiamo messo del tempo, ma ne è valsa la pena: adesso possiamo contare su accordi a prova di futuro” ha detto il chief digital officer di Warner Music Group, Ole Obermann. “La partnership con Warner aiuterà a sviluppare la nuova economia musicale in cui milioni di artisti possono connettersi istantaneamente con i fan e milioni di fans possono immediatamente connettersi con gli artisti”, ha detto alla Bbc il responsabile contenuti di Spotify, Stefan Blom.
Nel corso dell’anno Spotify – il Ceo è Daniel Ek, uno dei due fondatori – ha firmato accordi di licenza pluriennali con le due più grandi etichette musicali del mondo – Universal Music Group (Vivendi) e Sony Music Entertainment. Con il nuovo agreement Spotify dispone ora di tutti gli elementi in grado di dare certezza alle previsioni di costi per il futuro.
Se i termini dell’accordo fossero simili a quelli stretti con le altre due etichette è probabile che una clausola consenta a Warner di non rilasciare i diritti di certi brani agli utenti non paganti, per periodi limitati di tempo. Questo consentirebbe un aumento delle royalty per gli artisti-star che hanno spesso lamentato i bassi tassi di guadagni provenienti dalle piattaforme streaming.
Le dimensioni di Spotify: a luglio ha raggiunto 60 milioni di abbonati, circa metà di tutti gli utenti. iTunes di Apple conta 27 milioni di abbonati.
Spotify prevede di quotarsi alla Borsa di New York verso la fine di quest’anno o l’inizio del prossimo.