Il missile di Kim Jong-Un porta il Bitcoin ai massimi storici. Nelle ore successive al lancio della testata balistica partita dalla Corea del Nord e volata sopra i cieli dell’isola giapponese di Hokkaido, riporta il Sole24Ore, il valore di cambio della criptovaluta più famosa del mondo è infatti schizzato a un soffio dalla quota 4.700 dollari, facendo segnare un aumento del 7% in poco più di 24 ore. Una crescita in controtendenza con l’andamento di Wall Street, che ha invece aperto la sua seduta di giornata in ribasso.
A rendere evidente il legame tra la volata della moneta elettronica e il test missilistico del dittatore nord-coreano è la grande quantità di acquisti di Bitcoin effettuati in Corea del Sud e Giappone, cioè nei due Paesi che risentono maggiormente delle minacce di Kim Jong-Un.
La corsa alla moneta come bene rifugio da parte degli investitori sud-coreani, sottolinea il quotidiano economico-finanziario, non è stata dettata solamente dal missile partito dalla Corea del Nord. Negli ultimi tempi, infatti, il Parlamento di Seul sta valutando la possibilità di regolamentare con maglie più strette l’universo delle criptovalute. Tanto che il mese prossimo arriverà fra i banchi dei deputati una proposta di legge che prevede, tra le varie misure, di imporre riserve per almeno 450mila dollari alle società che offrono trading di monete elettroniche.
Mentre in Russia il viceministro delle finanze, Alexei Moiseev, ha proposto di riservare i servizi di compravendita delle criptovalute ai soli investitori qualificati, tagliando fuori la componente retail. A dimostrazione del fatto che i governi sparsi in tutto il mondo stanno cercando di inquadrare il boom dei Bitcoin e delle altre e-money in un quadro regolamentare più chiaro.