Poste, riprende il servizio. Ma la Procura apre un’inchiesta

Il fascicolo punta a chiarire se nella vicenda esistano profili di tipo penale. Intanto l’azienda capitanata da Massimo Sarmi si attiva per una richiesta di risarcimento a carico di Ibm che con Hp e l’italiana Gepin vinse la gara per aggiornare il software di 14mila uffici. Romani: rischio sanzione di 1,5 milioni per i disservizi

Pubblicato il 08 Giu 2011

Dopo una settimana di passione agli sportelli, questa mattina il
sistema informatico di Poste ha ripreso a funzionare regolarmente,
seppur con qualche rallentamento. Nel frattempo, la Procura della
Repubblica di Roma ha aperto un fascicolo di indagine.
L'indagine è affidata al procuratore aggiunto Nello Rossi, che
ha già affidato alla Polizia Postale una serie di accertamenti.
Per il momento non ci sono ipotesi di reato e si procede contro
ignoti.

Ma attraverso l'indagine e le richieste fatte alla Polizia
Postale il magistrato intende stabilire se il disservizio sia
conseguente al cambio del software o dipenda da un'azione di
danneggiamento. Nel fascicolo catalogato "K" sono stati
inseriti per il momento articoli di stampa riguardante la
situazione che ormai da più di una settimana è diventati
precaria. La Procura ha avviato l'indagine di propria
iniziativa perché al momento non sono state presentate denunce da
parte di privati cittadini o da associazioni di consumatori. Il
reato per il quale si procede allo stato potrebbe essere quello di
interruzione di pubblico servizio.

Romani, possibili sanzioni fino a 1,5 milioni di
euro

Per il mancato rispetto del contratto di programma alle Poste
potrebbe essere applicata una sanzione fino a un milione e mezzo di
euro. Lo ha sottolineato il ministro dello Sviluppo economico Paolo
Romani rispondendo al question time alla Camera. Romani si è detto
consapevole che i disservizi degli ultimi giorni hanno provocato ai
cittadini "gravi disagi". Il governo ha chiesto
all'azienda di ripristinare la regolarità dei servizi. I
disservizi sono stati causati da un guasto al sistema di software
con 4mila uffici che non hanno potuto completare le attivita'
nonostante l'allungamento dei tempi di apertura.

Sarmi, pronti a fare causa ad Ibm
"Prima di essere ottimista voglio vedere i fatti.
Aspettiamo". Così l'amministratore delegato di Poste
Italiane, Massimo Sarmi, in un'intervista a La Repubblicà, in
merito al problema di software che ha rallentato le attività
dell'azienda dal primo giugno, con file interminabili agli
sportelli. Poste sta valutando la possibilità di chiedere i danni
a Ibm, che insieme ad Hp e all'italiana Gepin ha vinto la gara
europea per aggiornare il software dei 14mila uffici postali sul
territorio.

Un restyling che, come si legge dal bilancio di Poste, solo nel
2010 è costato all'azienda guidata da Sarmi oltre 33,7 milioni
di euro in investimenti di software sviluppato all'interno del
gruppo, precisa Milano Finanza.

"Il primo giugno si è verificato un guasto nel sistema
operativo del mainframe, il nostro elaboratore centrale – spiega
Sarmi – È stato riparato, ma quando il 3 abbiamo riaperto gli
uffici ci siamo accorti che il database che collega
l'elaboratore agli uffici postali era stato
"sporcato" e che le operazioni procedevano con
lentezza".

L'ad della società assicura che "tutte le pensioni sono
state distribuite e la quantità di operazioni effettuate è la
stessa dei giorni precedenti il guasto – prosegue Sarmi – anche se
i tempi richiesti sono più lunghi. Di più non potevamo
fare".

"Noi delle Poste abbiamo fatto tutto il possibile – continua
Sarmi – Di più non potevamo fare: è la macchina che va riparata,
non il sistema che la gestisce. E le mani nella macchina può
metterle solo chi l'ha costruita, ovvero l'Ibm. Qui ci ha
messo a disposizione trenta cervelli, ma fra la California e il
Canada altri 100 stanno lavorando per noi. La loro collaborazione
è massima e la pressione che sto facendo con i vertici della
società informatica enorme".

Sugli eventuali risarcimenti per la clientela, Sarmi spega che
"domani di apre un tavolo di conciliazione con le associazioni
dei consumatori per individuare le modalità, ma valuteremo caso
per caso. L'uetente che ha aspettato ore per pagare una
bolletta che scade fra 15 giorni si può sicuramente parlare di
disagio, ma sul risarcimento del danno si può discutere".

Romani, spero che non ci sia una class action
"Mi auguro di no". Questa la risposta del minsitro dello
Sviluppo, Paolo Romani, ad una domanda sul rischio di class action
per i disservizi di questi giorni alle Poste a margine
dell'assemblea dei presidenti delle camere di commercio. Dove
ha parlato del prossimo varo di una Autorità di vigilanza.

"Le Poste – ha detto Romani – hanno riunito oggi il Cda per
esaminare il problema. Mi auguro che il combinato disposto tra
vigilanza del governo e verifica della nuova Autorità su quello
che è accaduto porti almeno a dare delle spiegazioni ai cittadini
italiani".

Quanto all'individuazione di eventuali colpe, "è stata
fata una analisi di tipo tecnologico. Mi sembra – aggiunge il
ministro – che ci sono delle aziende che hanno fornito software e
hardware. E su questo punto aspettiamo che le Poste forniscano una
spiegazione".

Lannutti (Idv), Ibm megacommessa da 150
milioni

"Il blocco degli uffici postali è a dir poco scandaloso, è
da giorni che i cittadini sono costretti a lunghe attese nei14 mila
sportelli in tilt per ritirare la pensione o usufruire di servizi
gestiti in monopolio. Gli errori commessi sono talmente gravi che
il risarcimento agli utenti è il minimo che Poste Italiane possa
fare per rimediare a questi vergognosi disagi, il Governo si attivi
al più presto garantendo anche la proroga delle scadenze
fiscali". Lo afferma in un'interrogazione parlamentare al
ministro dello Sviluppo Economico il capogruppo dell'Italia dei
Valori in Commissione Finanze al Senato, Elio Lannutti.

Le Poste, prosegue, "spiegano che l'inconveniente è stato
causato 'dal malfunzionamento del software nei sistemi centrali
Ibm sui quali appoggiano le attività degli uffici postali'.
Allora con quale criterio l'ad Massimo Sarmi ha gestito la gara
di assegnazione dell'appalto per l'informatizzazione degli
uffici postali? Un criterio ben strano se c'e' stato un
solo partecipante, appunto l'Ibm, che si sarebbe aggiudicata
una megacommessa da 150 milioni di euro applicando peraltro alla
sua offerta un 'gentile' ribasso del 4%. Il Governo deve
garantire subito il risarcimento agli utenti, vittime di
un'architettura di software voluta da Poste Italiane che da
tempo procura grandi disservizi, e prorogare alcune scadenze
fiscali, quali ad esempio l'Ici, per evitare – conclude
Lannutti – che oltre al danno si aggiunga la beffa degli interessi
moratori".

Authority delle Poste, ok del Senato alle
nomine

La Commissione Lavori pubblici del Senato ha dato parere favorevole
alla nomina dei tre componenti dell'Agenzia nazionale per la
regolamentazione postale. La competente commissione della Camera
aveva già dato l'ok, quindi per l'insediamento del
collegio mancano solo gli ultimi passaggi del Consiglio dei
ministri e del Presidente della Repubblica, fino alla pubblicazione
in Gazzetta Ufficiale. I tre componenti dell'Agenzia, le cui
nomine arrivano proprio nei giorni dei pesanti disagi agli uffici
postali per il guasto informatico, sono Carlo Deodato, Francesco
Soro e Giovanni Bruno.

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