“Il compito della Commissione Ue è il monitoraggio delle modalità con cui Google si allineerà alle decisioni Antitrust. E queste modalità ricadono completamente sotto la responsabilità di Google”: è la risposta a CorCom di Ricardo Cardoso, portavoce della Commissione Ue, commentando il contenzioso in corso fra Google e la Ue sul rispetto delle norme Antitrust. Martedì scorso l’azienda ha consegnato alla Commissione il materiale richiesto, che viene però mantenuto “top secret”. La Commissione “conferma di averlo ricevuto”. Ora Google, dice ancora Cardoso, “dovrà continuare a informare la Commissione inviando relazioni periodiche”.
La consegna del dossier segna l’inizio del “ping pong” formale Google-Ue che segue la multa antitrust da 2,4 miliardi di euro.
Le modifiche devono essere implementate entro il 28 settembre, ma a partire da questa data la Commissione potrebbe infliggere a Google multe giornaliere fino a 12 milioni di euro se ritiene che il motore di ricerca, che svolge il 90% del search in Europa, non rispetterà la decisione di giugno su Google Shopping. I regolatori europei hanno assunto 10 esperti, con bando pubblico da 10 milioni, per monitorare la conformità messa in atto da Google.
La Commissione Ue sostiene che Alphabet, la capogruppo di Google, ha abusato della propria posizione dominante nel campo dei motori di ricerca, dando un vantaggio illegale al suo servizio di comparazione degli acquisti; in quell’occasione aveva dato 60 giorni di tempo per ricevere il piano e 90 per attuarlo: i cambiamenti che Google deve implementare vanno adottati entro il 28 settembre, altrimenti rischia una multa pari al 5% dei ricavi giornalieri del gruppo per ogni giorno di mancata attuazione.
Gruppi rivali come l’americana Yelp potrebbero rivolgersi alla Ue nel caso in cui i rimedi di Google fossero giudicati insufficienti. Google deve rispettare l’ordine a prescindere da un eventuale ricorso, che richiederebbe anni per raggiungere una decisione finale. Oltre a un ricorso, Google potrebbe chiedere un’ingiunzione con cui punterebbe a sospendere l’ordine Ue in attesa dell’esito del ricorso. In questo caso però la controllata di Alphabet dovrebbe dimostrare che implementare l’ordine Ue causerebbe danni irreparabili.