LA RICERCA

Industria 4.0, aziende a caccia di ingegneri ma non si trovano

Nel periodo luglio-settembre la domanda ha sfiorato le 24mila unità. Ma il “tasso di difficoltà di reperimento” è del 65,1% per gli ingegneri elettronici e informatici e del 62,4% per quelli industriali. Ecco i risultati dello studio del Consiglio nazionale degli ingegneri

Pubblicato il 04 Set 2017

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Cresce consistentemente la domanda di laureati in ingegneria, soprattutto nel settore dell’informazione ed in quello industriale, soprattutto grazie al varo del piano Industria 4.0. E’ quanto emerge dalle analisi del Centro Studi Cni, (Consiglio nazionale degli ingegneri) attraverso l’elaborazione degli ultimi dati del Sistema Informativo Excelsior. Non mancano elementi contraddittori, a cominciare dalla persistenza di un “meccanismo poco fluido” di incontro tra domanda (delle imprese) e offerta di figure professionali nel campo dell’ingegneria. I dati confermano comunque un trend positivo che chiude la lunga stagione di crisi degli anni scorsi e conferma come vasta parte del sistema produttivo si sia rimesso in marcia, seguendo un sentiero di crescita nuovo. In particolare, adottando l’approccio di Industria 4.0 ed incorporando progressivamente crescenti livelli di digitalizzazione dei processi, ambito nel quale gli ingegneri esprimono competenze specifiche e per i quali attualmente risultano particolarmente richiesti.

Sulla base dei dati medi trimestrali attualmente disponibili, la domanda di ingegneri si mantiene su livelli soddisfacenti. Per il periodo luglio-settembre 2017 la domanda di personale con laurea in ingegneria si è avvicinata, secondo le analisi del Cni, a 24.000 unità, così come la media per il periodo agosto-settembre 2017 si è attestata a poco più di 25.000 unità. E’ verosimile pensare che la domanda di ingegneri per tutto l’anno 2017 possa superare le buone performance dello scorso anno, in cui la richiesta di figure con laurea in ingegneria si era attestata a 26.540 unità (la domanda annuale è data dalla media dei dati trimestrali).

Tra le professioni intellettuali e tecniche ad elevata specializzazione i laureati in ingegneria rappresentano il secondo gruppo più richiesto dalle imprese, dopo i laureati in materie ad indirizzo economico. Nel periodo agosto-ottobre 2017 le entrate previste nel mercato del lavoro, secondo i dati Excelsior, riguardano 9.590 ingegneri elettronici e dell’informazione, 8.520 ingegneri del settore industriale e 6.980 ingegneri di altri indirizzi di specializzazione. E’ ipotizzabile che sul marcato incremento della domanda dei primi due indirizzi, specie di quello dell’informazione, contribuisca in questo momento il diffuso orientamento di molte imprese manifatturiere a procedere ad una maggiore digitalizzazione dei processi anche grazie agli incentivi fiscali previsti dal Piano Industria 4.0.

Ma se la domanda di ingegneri si mantiene su livelli elevati, la crescita potenziale rischia di affievolirsi per un persistente fenomeno di disallineamento tra domanda e offerta. Secondo le stime del Sistema Informativo Excelsior, gli ingegneri sono attualmente tra le figure più difficili da reperire. Il tasso di difficoltà di reperimento manifestato dalle imprese è infatti, secondo l’ultima rilevazione, del 65,1% per gli ingegneri elettronici e dell’informazione (il 65% delle aziende che ricerca queste figure ha difficoltà a reperirle), del 62,4% per gli ingegneri industriali e del 59% per gli ingegneri degli altri indirizzi di specializzazione. Delle 875.570 assunzioni previste in totale (tutte le figure professionali stimate complessivamente dall’ultima indagine Excelsior) per il periodo agosto-settembre 2017, il tasso medio di difficoltà di reperimento è considerevolmente più basso, pari al 24,2%.

“E’ quasi paradossale – afferma Armando Zambrano, presidente del Consiglio Nazionale Ingegneri- che a fronte di una richiesta crescente di ingegneri da parte delle imprese, cresca anche il livello di difficoltà di reperimento delle nostre figure professionali, specie dopo un lungo periodo di crisi come quello attraversato dal Paese”.

“Non possiamo – avverte – sprecare l’occasione di una pur timida ripresa come quella che stiamo registrando in questo momento. Per questo motivo anche il sistema degli Ordini territoriali ed il Consiglio Nazionale sono chiamati ad attivarsi, con modi e strumenti diversi, al fine di garantire l’efficace e rapida collocazione degli ingegneri lì dove vi è una specifica domanda. Questo è un impegno preciso che il Consiglio Nazionale sta cercando di perseguire, anche con un’apposita piattaforma, WorkIng, che incrocia le informazioni sul mercato del lavoro nel campo dell’ingegneria”. “D’altra parte -ammette Zambrano- i dati analizzati dal Centro Studi Cni indicano che la causa prevalente di difficoltà di reperimento degli ingegneri, lamentata dalle imprese, è il numero ridotto di candidati presenti alle selezioni”.

“Questo -sottolinea- da un lato ci conforta, perché sono rari i casi in cui le imprese che effettuano selezioni lamentano inadeguatezza delle competenze dei candidati, ma dall’altro conferma che il vero problema è di informazione sulle opportunità di lavoro esistenti”.

“Possiamo e dobbiamo lavorare -auspica- per migliorare questo aspetto, ma occorre lavorare anche perché le aziende, offrano sempre, anche ai più giovani, compensi adeguati alle mansioni, spesso complesse, che vengono richieste. Casi di assunzioni mascherate sotto forma di stage sottopagati sono fortunatamente rari, ma esistono”.

“Più correttezza -rimarca Zambrano- da parte di tutti non può che portare vantaggi a tutti coloro che in questo momento sono impegnati a ‘rimettere’ in moto il Paese. C’è infine un’ultima riflessione da fare e riguarda l’opportunità di fare fronte alla carenza numerica di ingegneri anche attraverso percorsi formativi relativamente nuovi, come quelli delle lauree professionalizzanti”. “Su questo aspetto -ribadisce- il Cni partecipa alla riflessione che il Governo sta portando avanti e che auspichiamo trovi una chiara definizione entro la fine di questa legislatura per l’importanza che riveste e perché non più procrastinabile”.

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