Da Google a Alphabet a XXVI Holdings la riorganizzazione a Mountain View è completa. A ottobre 2015 il co-fondatore di Google Larry Page aveva annunciato la costituzione di Alphabet, una parent company che ha messo sotto il suo ombrello Google e le altre società del gruppo impegnate in attività molto diverse dalla ricerca su Internet. Ora l’evoluzione si conclude con la formazione di una holding company chiamata XXVI (trasposizione in numeri romani del numero delle lettere dell’alfabeto inglese) che possiederà il capitale di ogni società del gruppo Alphabet.
Questa nuova struttura, ha riportato l’agenzia di stampa Bloomberg facendo riferimento alla comunicazione presentata da Alphabet alla Federal Communications Commission americana, serve a separare legalmente Google dalle altre unità, tra cui Waymo, che sviluppa tecnologie per la guida autonoma, e Verily, che realizza dispositivi medicali e sistemi di analisi per i dati clinici.
Prima della costituzione di XXVI Holdings, tecnicamente le business units di Alphabet diverse da Google (chiamate “Other Bets”) erano comunque sussidiarie di Google; ora invece le “altre scommesse” di Larry Page e Sergey Brin (rispettivamente Ceo e presidente di Alphabet) sono sussidiarie di Alphabet alla pari di Google. Analogamente, Google si trasforma da corporation (come sono di solito le società quotate con obbligo di informare gli azionisti sulle prestazioni finanziarie) a limited liability company (LLC), come sono tutte le altre unità di Alphabet, in quanto Alphabet è il suo unico investitore: non ha così più obbligo di financial disclosure.
Ma, spiegano da Alphabet, questo non modificherà il modo in cui Google paga le tasse, viene gestita a livello manageriale o controllata dagli azionisti (che ora comprano azioni Alphabet ma col vecchio simbolo “GOOG” e “GOOGL”). Invece la creazione della holding in cui Google e Other Bets sono legalmente separate e tutte società LLC evita che possibili problemi in un’azienda coinvolgano le altre, come i debiti. “Questa riorganizzazione permetterà ad Alphabet e Google di operare in modo più efficiente, economico e trasparente e di concentrarsi sulle attività remunerative”, si legge nel documento depositato alla Fcc.