Diversificazione delle attività, nuovi modelli di business, Ceo troppo potenti o management distratto, maxi ondate di assunzioni, forti spese di capitale, costruzione di nuovi headquarters: questi i segnali che gli azionisti osservano per capire se le aziende in cui hanno investito stanno per diventare un cattivo affare. Amazon sembrerebbe essersi messa su questo pericoloso precipizio, secondo quanto scrive in un commento il Wall Street Journal.
I segnali ci sono: il colosso dello shopping online ha annunciato nuovi headquarters americani, ha triplicato lo staff negli scorsi tre anni, arrivando a un totale di 382.400 dipendenti (solo nell’ultimo trimestre ha assunto 30.000 persone), è entrata in nuove attività, ha moltiplicato le spese di capitale, comprese quelle per le produzioni di Hollywood che trasmette sulla sua piattaforma video on demand, e gli investimenti in R&D.
La maggior parte degli azionisti è disposta a credere nel “tocco magico” del Ceo Jeff Bezos, ma la storia delle corporation americane ha insegnato che le aziende che spendono di più realizzano di meno. Kenneth French, professore della Tuck School of Business del Dartmouth College, ha calcolato che dal 1963 le azioni delle aziende Usa che hanno investito di meno sono cresciute sei volte di più rispetto alle azioni delle aziende che hanno investito le somme maggiori.
La bolla delle dotcom di fine Anni ’90 ha insegnato che se il Ceo ha scarso controllo sul management e non impone un freno alle spese, molti soldi vanno sprecati. Nell’ultimo decennio, il trend sembra essere leggermente diverso: l’ascesa dei titoli dei colossi hitech americani dimostrerebbe che le prestazioni finanziarie migliori sono dei gruppi che investono tantissimo, oppure di quelli che investono poco, e chi si colloca nel mezzo fa peggio, come rilevano i dati di Goldman Sachs.
Bezos ha dunque ragione a non badare a spese? I suoi sostenitori pensano che il Ceo stia investendo in tecnologie disruptive per finanziare la futura crescita di Amazon, ma secondo gli analisti non è detto che ciò scongiuri la bolla. Soprattutto, andrà capito quanto il colosso dell’e-commerce spende davvero per la ricerca e sviluppo, inclusa nei report finanziari nella voce “Tecnologie e contenuti” e che, nell’ultimo trimestre del 2017, equivale complessivmente a una spesa di 5,5 miliardi di dollari. Ricavare la misura di quanto Bezos punta sul futuro di Amazon e indovinare quali profitti queste iniziative potranno generare non è facile.
Di certo c’è che l’azienda ha annunciato una nuova colossale sede in Nord America: non ha ancora scelto in quale città sarà realizzata, ma assumerà 50.000 persone in più nei prossimi quindici anni, per un costo stimato di 5 miliardi di dollari l’anno. Gli investitori dovranno sperare che, nel frattempo che gli headquarters numero due saranno completati, Amazon avrà capito come moltiplicare fatturato e utili in modo da giustificare le gigantesche spese.