L'ASSOCIAZIONE

Facebook e Twitter, sfida social per la PA

Nasce l’associazione PA social per sostenere la rivoluzione comunicativa nell’amminitrazione. Il presidente Di Costanzo: “Così cambia il rapporto con i cittadini”

Pubblicato il 14 Set 2017

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I social network sono uno spazio virtuale d’incontro e aggregazione. Facebook conta oggi 1,86 miliardi di utenti iscritti, il 66% dei quali utilizza la piattaforma tutti i giorni. Su Twitter sono ogni mese 328 milioni gli utenti attivi, 700 milioni quelli su Instagram. I numeri ci dicono che non è più possibile sottovalutare questi mezzi né tantomeno far finta che non siano una realtà consolidata. Ma mentre le aziende private hanno sauto sfruttare appieno le potenzialità della nuova comunicazione, abilitata dal digitale, le PA fanno fatica ad agganciare il treno del cambiamento.

PA social si candida a diventare il driver del cambiamento. L’associazione nasce con l’obiettivo di sviluppare la comunicazione attraverso web, social e chat nel settore pubblico che porta con sé nuovo lavoro, nuovi servizi, innovazione, linguaggi.

“Rendere la nostra pubblica amministrazione davvero a portata di cittadino e di smartphone, dare gambe e “motore” al concetto di smart city, far sì che con un post, un tweet, un messaggio in chat si possa davvero offrire un servizio, dare un’informazione, risolvere anche un piccolo problema quotidiano – spiega il presidente, Francesco Di Costanzo – In poche parole, cambiare il rapporto tra cittadini e PA e dare una nuova centralità alla figura del comunicatore pubblico, fondamentale per “portare a terra” e rendere veramente efficace, comprensibile, semplice da utilizzare il patrimonio di opportunità che la pubblica amministrazione deve e può mettere a disposizione dei cittadini“.

Secondo Di Costanzo molto è cambiato nella PA, ma la strada è ancora lunga. “Serve ora un salto di qualità perché i social hanno portato nuove professionalità, nuovi strumenti e tempi di lavoro, nuovi linguaggi, una nuova organizzazione, una necessità di formazione costante”.

E la pubblica amministrazione deve adeguarsi e sfruttare tutte le potenzialità che questi mezzi portano con sé, promuovendone anche un corretto utilizzo. Alla nostra PA non si chiede di essere “guru” del web o campione di follower o mi piace, ma di rappresentare un punto di riferimento affidabile anche su queste piattaforme che noi tutti utilizziamo costantemente nelle nostre giornate.

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