INTERFERENZE

Frequenze, avanti sui negoziati cross-border: siglato accordo con area adriatica

Dopo l’intesa con Spagna, Francia e Vaticano arriva quella con i Paesi della ex Jugoslavia e Grecia. Giacomelli: “Rispettati gli impegni assunti, rispetteremo la scadenza europea di fine anno”

Pubblicato il 03 Ott 2017

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Coordinamento internazionale sulle frequenze, siglati dall’Italia anche gli accordi con i Paesi del versante adriatico. E’ l’ulteriore tappa, dopo le firme con Spagna, Stato del Vaticano e Francia, del percorso che porterà l’Italia in linea con gli altri Paesi europei sull’utilizzo dello spettro radio. Facendo oltretutto guadagnare al nostro Paese, grazie al tipo di negoziato portato avanti, una posizione di maggiore vantaggio frequenziale rispetto al “patrimonio” che era stato assegnato (ma del resto ampiamente “trasgredito”) nel 2006 con il trattato di Ginevra .

“Per la prima volta l’Italia dà il via al processo di liberalizzazione dello spettro, anche alla luce del passaggio della banda 700 Mhz alle comunicazioni mobili, avendo definito in anticipo gli accordi internazionali – il commento del sottosegretario alle Comunicazioni Antonello Giacomelli -. Abbiamo rispettato l’impegno assunto tre anni fa, all’inizio di questo cammino. Allora in tema di interferenze gli unici paesi sotto osservazione dell’Itu (International Telecommunication Union) erano Iran e Italia. Oggi la situazione è radicalmente cambiata tanto che rispetteremo la scadenza europea di fine anno per il raggiungimento degli accordi di coordinamento con i paesi confinanti”.

In particolare gli accordi siglati con i Paesi del versante Adriatico (ex Jugoslavia e Grecia) prevedono un periodo transitorio, dal 2020 al 2022, nel corso del quale l’Italia arriverà all’utilizzo delle frequenze coordinate.

In dirittura d’arrivo la firma dell’intesa con Austria e Svizzera, mentre un passaggio cruciale ci sarà nelle prossime settimane con Malta e i paesi nord-africani.

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