“Uno dei nostri obiettivi è far sì che i contenuti di qualità raggiungano gli oltre 30 milioni di italiani iscritti a Facebook e una responsabilità che sentiamo è combattere le fake news”. Lo dice Laura Bononcini head of public policy Facebook Italia, Grece & Malta intervenendo alla presentazione del 14esimo Rapporto Censis-Ucsi sulla comunicazione intitolato ‘I media e il nuovo immaginario collettivo’ presentato oggi al Senato.
Secondo il rapporto oltre la metà degli italiani che navigano su internet, il 52,7%, ha dato credito, almeno qualche volta, alle fake news, le notizie false che circolano in rete. Per 3/4 degli italiani (77,8%) le fake news sono un fenomeno pericoloso perché inquinano il dibattito politico e fanno crescere il populismo; una preoccupazione tuttavia poco sentita dai ragazzi. “Infatti per il 44,6% dei giovani tra i 14 e i 29 anni l’allarme sulle fake news è un falso problema, sollevato dalle vecchie elite, come i giornalisti, per difendere il loro potere”, spiega Massimiliano Valerii, direttore generale del Censis, che si è soffermato su vari punti dello studio.
I telegiornali restano la fonte più utilizzata dagli italiani per informarsi (60,6%), seguita da Facebook (35%), i giornali radio (22,4%) e i motori di ricerca su internet (21,8%). “Gli utenti – aggiunge Valerii – vogliono costruirsi sempre più autonomamente il loro palinsesto, sia informativo che di entertainment”.
Per questo Facebook spinge su questo fronte: “Vogliamo collaborare con le fonti autorevoli di informazione e contrastare chi fa soldi con le notizie false e le pubblicità ingannevoli che non dovrebbero essere sulla nostra piattaforma – dice Bononcini -. Un impegno che porteremo avanti assumendo un migliaio di persone in più”. Inoltre “a fine mese dovrebbe partire una campagna promossa dalla presidente della Camera, fatta con noi e Google, rivolta anche alle scuole, proprio per sensibilizzare sulle fake news”. Secondo Maurizio Costa, presidente Fieg, “è un elemento positivo la lotta alle fake news che vuole portare avanti facebook, vedremo come evolve”. Anche se “restano nodi importanti da risolvere come quello sul copyright”.