Spin off della rete Tim? “Nessun pregiudizio su niente”. Lo ha detto l’Ad di Vivendi e presidente di Tim Arnaud de Puyfointaine a margine dell’EY Capri Digital Summit 2017 ricordando che è la stessa posizione che aveva espresso a luglio scorso. L’obiettivo di Vivendi “è trovare la migliore decisione per Tim e per i gli stakeholders, e per stakeholders intendo governo, regolatori, clienti e Italia come Paese perché l’azienda è qualcosa di molto importante per l’Italia” ha detto. L’azienda però precisa che “la rete resta strategica e che la separazione della rete non è in agenda”. de
Puyfontaine ha sottolineato che “Tim è una fantastica azienda e vogliamo renderla di nuovo di successo. Vivendi ama l’Italia e vuole investire”. “Tim è una compagnia con una rete forte e una competenza tecnologica, che deve migliorare l’esperienza per il cliente e ha il potenziale per capitalizzare le opportunità offerte dalla rivoluzione della convergenza. Possiamo contare su Vivendi per prosperare nell’era digitale. In un ambiente dove le maggiori compagnie di tlc e media europee sono colpite dai cambiamenti delle abitudini dei consumatori e dall’avvento degli over the top, unire le forze è per Tim e Vivendi la strategia vincente per cogliere le opportunità offerte dalla convergenza”. “Le opportunità create dalla convergenza sono un fattore fondamentale alla base del nostro approccio strategico in Italia, per costruire un gruppo di media potente focalizzato sull’Europa del Sud”.
De Puyfontaine ha inoltre detto che “siamo disponibili a incontrare il Governo e le autorità per spiegare la nostra visione”. “Voglio essere visto come l’ambasciatore dell’amicizia tra Italia e Francia”, ha aggiunto. Gli ultimi mesi sono stati accidentati, come minimo. Mi sto chiaramente riferendo alle intense speculazioni che hanno avvolto il ruolo di Vivendi in Tim. Ma voglio essere cristallino: queste speculazioni sono completamente lontane dalla realtà. Inoltre Vivendi ha agito nello stretto rispetto della regolazione e delle leggi. Infine, devo dire che Tim è impegnata ad avere una collaborazione costruttiva con le istituzioni e i regolatori”.
Intanto nelle strategie di Tim c’è anche la valorizzazione di Persidera intorno ai 350 milioni di euro in vista della cessione dell’asset. Questo secondo Bloomberg che cita fonti vicine al dossier aperto da luglio. A maggio Vivendi aveva ricevuto il via libera della Commissione Ue a prendere il controllo de facto di Tim, a patto che quest’ultima uscisse dalla joint venture con Gedi che partecipa al 30%. Per monitorare che la ‘road map’ venga rispettata i francesi hanno dovuto nominare un ‘monitoring trustee’. L’incarico (approvato dalla Ue) è stato affidato ad Advolis, una società di audit francese.