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Open Innovation: serve un cambio culturale nelle imprese

È quanto emerso da un panel sulla diffusione dell’innovazione con i protagonisti del settore. Bisogna puntare su startup, relazioni più proficue fra Università ed aziende, incubatori, servizi professionali

Pubblicato il 06 Ott 2017

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“È fondamentale un cambio culturale interno alle imprese, un sistema formativo orientato anche a favorire lo sviluppo di competenze soft e digitali, un sistema universitario che coniughi e si misuri su ricerca di base e la capacità di generare innovazione nel contesto economico, punti di riferimento del sistema Italia per aiutare le imprese a intraprendere questo percorso”: è il messaggio emerso all’Ey Capri Digital Summit 2017 nel corso di un confronto sull’Open Innovation che ha visto confrontarsi alcuni tra i più attenti e impegnati protagonisti di un trend che si sta dimostrando sempre più fondamentale per portare innovazione nelle nostre aziende.

Che ci sia molto da fare lo dimostra anche una recente ricerca fra 157 aziende, l’“Open Innovation – Paper” di EY-Università Cattolica di Milano da cui è emerso che se il 40% delle grandi imprese ha attivato processi di Open Innovation, per le Pmi il dato scende al 12%. Tra le modalità prevalenti di Open Innovation adottate dalle aziende emergono i rapporti con le Università (35%), lo Scouting delle Startup (20%), le Call4Ideas (11%) e gli Hackathon (9%).

Interessante anche l’approfondimento sulle questioni che ostacolano e quelle che abilitano l’Open Innovation: il 53% delle imprese intende fare Open Innovation ma non ha risorse e competenze per una gestione adeguata; il 60% ritiene che il maggior ostacolo nel fare Open Innovation sia la Cultura interna ed il Change Management; il 37% ritiene che il maggior abilitatore al cambiamento sia il Commitment del Top Management e l’80% delle imprese chiede come supporto all’Open Innovation: metodologia, Networking e agevolazioni economiche.

Come supportare una maggiore diffusione in Italia dell’Open Innovation per superare il gap che ci separa dai paesi più innovativi? Secondo EY le direttrici di sviluppo dell’Open Innovation per l’Italia sono chiare: startup, incubatori, Università e aziende, società di servizi professionali, competence center, società di venture capital emergono come i partner principali delle aziende italiane in questo percorso. “Queste realtà devono imparare a lavorare insieme – osserva Andrea Palliani, Mediterranean Advisory Services leader di EY – Così come sarà importante un’azione, anche da parte di Confindustria, per promuovere la formazione nelle PMI”.

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