Purtroppo l’economia italiana soffre, e poco si fa nelle sedi del potere per alimentare un fuoco che per anni ha alimentato economie, possibilità di lavoro con conseguente fiducia nella vita, volontà di creare nuclei familiari senza timore per il futuro, investendo nel consumo per alimentare il ciclo di un’economia che proprio nella fluidità commerciale dovrebbe innalzare la possibilità di disporre di redditi.
Purtroppo la disoccupazione è una mannaia che grava sulle teste soprattutto delle fasce giovani o di quelle prossime alla pensione, categorie per le quali è sempre più difficile trovare un’occupazione regolamentata e non nelle mani di chi sfrutta le competenza a tutti i livelli occupazionali con l’offerta di lavoro nero. Questo fenomeno è tutt’ora in forte crescita nonostante le cicliche promesse di governi e politici: correlato a ciò è in forte ascesa la percentuale delle morti bianche, lavoratori spesso non tutelati da contratti che muoiono nei cantieri di un’edilizia bieca.
In Sicilia il fenomeno è in grande aumento e lavoro nero e morti bianche nel biennio 2016-2917 hanno incrementato notevolmente la percentuale delle vittime dello sfruttamento e degli incidenti.Questo reale flagello per tutta l’economia italiana richiederebbe profonde analisi presso le sedi della politica: purtroppo mafie e corruzioni spostano in avanti nel tempo le decisioni di affrontare seriamente queste tematiche che, complessivamente, determinano un’influenza negativa sul PIL statale di ben 8,7 punti percentuali, ponendo la Calabria come capofila del fenomeno del lavoro nero globale, seguita dalla Sicilia e un pò da tutto il Mezzogiorno, per quanto al Nord il fenomeno sia in costane aumento.
Se dal governo centrale le risposte al fenomeno tardano ad arrivare su tutti gli strati della macchina produttiva, a livello nazionale progetti di new-economy hanno iniziato da tempo a determinare analisi e nuove possibilità di regolamentare possibilità di occupazione tutelata in diversi ambiti.
Tra i vari settori è particolarmente significativa la politica rivolta al settore delle pulizie, settore particolarmente portato ai rapporti tra le parti con situazioni non regolamentate. Analizzando la percentuale di coloro che richiedono servizi di pulizia domestica, una recente ricerca ha messo in luce un fenomeno d’importante entità: ben 2,5 milioni di famiglie richiede servizi di pulizia privata e solamente il 40% dei lavoratori del settore agisce in situazioni di regolamentazione contrattuale, una vera piaga da debellare con risposte nate anche nella base sociale. Per contrastare il problema del lavoro in nero e dare alle classiche ‘donne delle pulizie’ il valore che meritano ecco la risposta tedesca: con la nascita della startup Helpling oggi esiste una piattaforma di interscambio tra domanda e offerta, tra coloro che richiedono il servizio e la controparte che offre le proprie prestazioni professionali. Questa start-up del pulito ha incrementato la possibilità di contrattualizzare le prestazioni, una risposta sociale alle lacune governative, al punto che anche uno dei maggiori sindacati italiani, la CISL, ha recentemente introdotto una app per Android, Strajob, in grado di rendere giustizia a quei lavoratori che vogliono emergere dalla melma del lavoro nero offrendo i propri servizi attraverso le funzioni intuitive e pratiche di questa applicazione per smartphone.
Una volta installata la app sul telefonino, il lavoratore può registrare la propria presenza in un cantiere lavorativo e nel caso di pagamento non regolarizzato, scaricare i dati presso la più vicina sede CISL in modo di consentire non solamente un’indagine territoriale specifica ma la possibilità di aprire vertenze che tutelino i diritti dei lavoratori.