Banda larga, Calabrò: “Italia rischia serie B. Ngn: più risorse pubbliche

Presentata questa mattina la Relazione annuale Agcom: nonostante la spinta della connettività mobile la penetrazione della banda larga resta al di sotto del 50% a fronte di una media Ue del 61%. Attacco alla Ue sulle Ngn: “Quadro regolatorio troppo restrittivo. Serve intervento pubblico anche nelle aree non a fallimento di mercato”. Richiamo agli Ott: “Non pagano un pedaggio adeguato”

Pubblicato il 14 Giu 2011

Un’Italia a due velocità. Che nonostante la “corsa” del
mobile non ce la fa però a colmare il digital gap, in particolare
quello sul fronte broadband, che ci vede ancora molto indietro in
Europa. Questa la fotografia scattata nell’ambito della Relazione
annuale dell’Agcom (alla fine del testo si può scaricare la
relazione completa), presentata questa mattina dal presidente
Corrado Calabrò in Parlamento (cliccare qui per scaricare
l'intervento del presidente Calabrò)

“Sono circa 12 milioni gli italiani che navigano in rete dal
telefonino – sottolinea Calabrò -. Il mobile si propone sempre
più come un centro di informazione globale a portata di mano,
dovunque. Nella rete fissa, invece la situazione è più stagnante,
sebbene oltre 5 milioni di linee siano attive in unblundling e
nonostante il miglioramento della qualità della rete”. Stando ai
dati Agcom la penetrazione del 22% della banda larga fissa ha sì
migliorato il dato 2010 – 20,6% – ma la media Ue è del 26,6%,
dunque siamo sotto la media continentale.

La percentuale di abitazioni connesse alla banda larga –
calcolando connessioni fisse e mobili – è inferiore al 50%,
mentre la media Ue si attesta al 61%. “Esiste ancora un 4% di
digital divide da colmare, cui si aggiunge circa il 18% della
popolazione servita da Adsl sotto i 2 Mb al secondo – sottolinea
Calabrò -. Siamo sull’orlo della retrocessione in serie B. Ciò
potrebbe precludere all’Italia la possibilità di estendere il
servizio universale alla banda larga”.

Calabrò segnala fra l'altro che "l'Italia ha due
primati negativi: agli ultimi posti del ranking dei Paesi europei
sul fronte dell'accesso a Internet, e ai primi posti a livello
mondiale per la pirateria. Sono dati che fanno riflettere perché
nei Paesi dove la banda larga è più sviluppata, come
l'Olanda, la Germania e il Regno Unito, si assiste –
sorprendentemente – al decremento della pirateria online. La
maggiore penetrazione della banda larga, quindi riduce
l'impatto della pirateria e non il contrario, rendendo
possibile e conveniente un'offerta legale competitiva. Questa
è la nostra priorità".

RETI NGN
Sul fronte nuove reti ultrabroadband “il Governo, al Tavolo
Romani, sta cercando con tenace impegno di convincere i maggiori
operatori di Tlc a investire insieme”, dice Calabrò ricordando
che ciò è possibile grazie al Trattato Ue, in deroga alla libera
concorrenza, nel caso in cui si contribuisce a migliorare la
produzione o la distribuzione di prodotti o a promuovere il
progresso tecnologico o economico della società.
Determinante il ruolo della Cassa depositi e prestiti “che potrà
dare un contributo importante nel fare dell’Italia un Paese
informatizzato”.

In tema di regole Calabrò rimanda alla proposta ora in fase di
consultazione che rappresenta “una combinazione di rimedi attivi
e passivi con un approccio innovativo che pone l’Italia nel solco
delle best practice europee. Il quadro regolatorio europeo per gli
interventi pubblici negli investimenti per le Ngn è troppo
costrittivo – puntualizza però il presidente di Agcom -: non si
può limitare l’intervento pubblico alle sole aree a fallimento
di mercato. Può darsi che a breve si abbiano novità da parte
della Commissione europea”. Secondo Calabrò “quello
dell’apertura della rete è un requisito indispendabile per il
rispetto delle vigenti regole comunitarie sugli aiuti di Stato. Nel
rispetto delle regole la partecipazione delle amministrazioni
pubbliche è possibile e in concreto necessaria“.

Ancora: "Non possiamo incorrere nel paradosso di avere sistemi
intelligenti ma non avere una rete di reti che li interconnetta e
ne diffonda sistematicamente l'utilità. Il tema dello sviluppo
delle reti è dunque la cornice imprescindibile in cui inquadrare
tutti i tasselli del puzzle e promuovere la sostenibilità
dell'ecosistema digitale".

Sull'importanza della banda larga è intervenuto anche il
presidente della Camera Gianfranco Fini. "E' sempre più
urgente la definizione di un'univoca scelta di politica
industriale sul tema dell'infrastrutturazione tecnologica del
Paese con una rete fissa a banda larga ed ultralarga che risponda,
per estensione, alla domanda crescente di connettività e di
servizi che il mondo delle imprese, della pubblica amministrazione
e i cittadini nel loro complesso richiedono".
Secondo Fini "è condivisibile l'approccio teorico più
volte enunciato dal Presidente Calabrò sul cosiddetto progetto di
'fiber nation', ossia su un disegno ed una strategia
organica per la rete fissa di nuova generazione che eviti il
rischio della moltiplicazione di iniziative locali in assenza di un
preciso piano nazionale. Non servono – ha sottolineato – costose
duplicazioni di infrastrutture civili, mentre occorre ricercare un
equo contemperamento tra il riconoscimento di un adeguato premio di
rischio per il capitale impiegato da parte del soggetto che
assumerà gli oneri di investimento maggiori nella costruzione
della rete di nuova generazione e la garanzia di regole ed assetti
concorrenziali idonei ad assicurare il corretto equilibrio tra
l'operatore proprietario dell'infrastruttura e gli altri
operatori".
"Sono sfide di grande complessità – ha aggiunto Fini – dal
cui esito dipenderanno in larga misura la tenuta economica del
Paese, la sua capacità di competere a livello globale".

OVER THE TOP & NET NEUTRALITY
"Il problema – evidenzia Calabrò – è complicato dal fatto
che motori di ricerca, over the top, non sono vincolati ad
investimenti in infrastrutture. I nuovi soggetti sviluppano servizi
ad alto margine e non pagano agli operatori di tlc un pedaggio
proporzionato al valore che estraggono dalla rete, proprio nel
momento in cui gli operatori avrebbero maggior bisogno di risorse
per investire nelle reti di nuova generazione".

Secondo il presidente di Agcom nel dibattito in corso sulla Net
neutrality "è essenziale trovare una soluzione che
salvaguardi l'interesse all'investimento nella rete non
sbilanciando troppo il baricentro economico a favore degli Over the
top. Il primo passo è la ricerca di accordi tra le parti anche sul
livello di servizio, con la trasparenza necessaria per garantire i
diritti degli utenti. In difetto il problema passerà sulle spalle
del legislatore e del regolatore". Calabrò richiama comunque
gli operatori di Tlc a investire: "Senza reti non c'è
traffico e si rischia di accorgersi troppo tardi di essere finiti
in un vicolo cieco"

MERCATO IT & TLC
Versa in cattive acque anche il mercato IT: “Le pmi stentano ad
acquisire maturità nell’utilizzo delle soluzioni informatiche.
In Italia il mrecato IT ancora non riesce a invertire la rotta come
invece accade in tutta Europa, e questo è un dato
preoccupante”.

Secondo Calabrò “c’è scarsa consapevolezza delle
potenzialità delle tecnologie della società dell’informazione:
il che relega queste ultime a uno dei tranti strumenti di sviluppo
economico, mentre esse possono invece dare una spallata a un
sistema imballato. Il settore delle Tlc è la chiave di volta della
rivoluzione digitale che abilitando l’innovazione può cambiare
radicalmente i paradigmi dell’economia e della società”.

Secondo Calabrò in Italia non si investe abbastanza: il contributo
delle tlc al Pil si attesta al 2,73%, in calo rispetto al 2,88 del
2009.

PREZZI
Nell’ultimo anno inoltre i prezzi del settore sono diminuiti del
5,4%, proseguendo una dinamica che porta a quasi 65 punti, dal
1997, la forbice tra l’indice di tali prezzi, diminuito quasi del
33% e l’indice nazionale dei prezzi e servizi, cresciuto di oltre
il 31%. “Nessun altro Paese europeo è così virtuoso –
puntualizza Calabrò -. E il percorso di discesa delle tariffe di
terminazione sulle reti mobili – elaborato sulla base del modello
europeo – porterà a ulteriori sensibili riduzioni nel prossimo
triennio”.

LA RELAZIONE AGCOM
Indice
Parte 1
Parte 2
Parte 3
Parte 4
Sintesi

Valuta la qualità di questo articolo

La tua opinione è importante per noi!

EU Stories - La coesione innova l'Italia

Tutti
Analisi
Video
Iniziative
Social
Programmazione europ
Fondi Europei: la spinta dietro ai Tecnopoli dell’Emilia-Romagna. L’esempio del Tecnopolo di Modena
Interventi
Riccardo Monaco e le politiche di coesione per il Sud
Iniziative
Implementare correttamente i costi standard, l'esperienza AdG
Finanziamenti
Decarbonizzazione, 4,8 miliardi di euro per progetti cleantech
Formazione
Le politiche di Coesione UE, un corso gratuito online per professionisti e giornalisti
Interviste
L’ecosistema della ricerca e dell’innovazione dell’Emilia-Romagna
Interviste
La ricerca e l'innovazione in Campania: l'ecosistema digitale
Iniziative
Settimana europea delle regioni e città: un passo avanti verso la coesione
Iniziative
Al via il progetto COINS
Eventi
Un nuovo sguardo sulla politica di coesione dell'UE
Iniziative
EuroPCom 2024: innovazione e strategia nella comunicazione pubblica europea
Iniziative
Parte la campagna di comunicazione COINS
Interviste
Marco De Giorgi (PCM): “Come comunicare le politiche di coesione”
Analisi
La politica di coesione europea: motore della transizione digitale in Italia
Politiche UE
Il dibattito sul futuro della Politica di Coesione
Mobilità Sostenibile
L’impatto dei fondi di coesione sul territorio: un’esperienza di monitoraggio civico
Iniziative
Digital transformation, l’Emilia-Romagna rilancia sulle comunità tematiche
Politiche ue
Fondi Coesione 2021-27: la “capacitazione amministrativa” aiuta a spenderli bene
Finanziamenti
Da BEI e Banca Sella 200 milioni di euro per sostenere l’innovazione di PMI e Mid-cap italiane
Analisi
Politiche di coesione Ue, il bilancio: cosa ci dice la relazione 2024
Politiche UE
Innovazione locale con i fondi di coesione: progetti di successo in Italia
Programmazione europ
Fondi Europei: la spinta dietro ai Tecnopoli dell’Emilia-Romagna. L’esempio del Tecnopolo di Modena
Interventi
Riccardo Monaco e le politiche di coesione per il Sud
Iniziative
Implementare correttamente i costi standard, l'esperienza AdG
Finanziamenti
Decarbonizzazione, 4,8 miliardi di euro per progetti cleantech
Formazione
Le politiche di Coesione UE, un corso gratuito online per professionisti e giornalisti
Interviste
L’ecosistema della ricerca e dell’innovazione dell’Emilia-Romagna
Interviste
La ricerca e l'innovazione in Campania: l'ecosistema digitale
Iniziative
Settimana europea delle regioni e città: un passo avanti verso la coesione
Iniziative
Al via il progetto COINS
Eventi
Un nuovo sguardo sulla politica di coesione dell'UE
Iniziative
EuroPCom 2024: innovazione e strategia nella comunicazione pubblica europea
Iniziative
Parte la campagna di comunicazione COINS
Interviste
Marco De Giorgi (PCM): “Come comunicare le politiche di coesione”
Analisi
La politica di coesione europea: motore della transizione digitale in Italia
Politiche UE
Il dibattito sul futuro della Politica di Coesione
Mobilità Sostenibile
L’impatto dei fondi di coesione sul territorio: un’esperienza di monitoraggio civico
Iniziative
Digital transformation, l’Emilia-Romagna rilancia sulle comunità tematiche
Politiche ue
Fondi Coesione 2021-27: la “capacitazione amministrativa” aiuta a spenderli bene
Finanziamenti
Da BEI e Banca Sella 200 milioni di euro per sostenere l’innovazione di PMI e Mid-cap italiane
Analisi
Politiche di coesione Ue, il bilancio: cosa ci dice la relazione 2024
Politiche UE
Innovazione locale con i fondi di coesione: progetti di successo in Italia

Articoli correlati