Tagliate di 30 milioni di dollari – da 800 milioni a 770 milioni – le previsioni sui ricavi da pubblicità di Snapchat. eMarketer ha abbassato l’outlook a causa di un revenue sharing con i sui partner più alto rispetto alle stime precedenti. La condivisione dei ricavi è all’ordine del giorno per Snapchat che, nella documentazione prodotta in occasione dell’Ipo, ha rivelato di aver pagato i suoi partner 58 milioni nel 2016 (nel 2015 erano 10 milioni).
Secondo eMarketer, comunque i rivaci da pubblicità sono in crescita del 157% anche se il “il business di Snapchat, che è composto interamente da display mobile, è ancora piccolo”. La società di analisi prevede che Snapchat conquisterà solo l’1,3% del mercato pubblicitario mobile negli Stati Uniti nel 2017, percentuale che arriverà al 2,7% entro il 2019. Per fare un confronto. eMarketer prevede che Facebook controllerà il 25% del mercato della pubblicità mobile negli Stati Uniti quest’anno, mentre Google il 32%.
Intanto le azioni continuano a scendere: dopo il debutto record in Borsa a 24,48 dollari i titolo sono scesi fino a 20,5 dollari. “La letteratura accademica – spiega un analista di Needham & Co. – suggerisce che quanto più un’Ipo si presenta appetibile, tanto maggiore è la probabilità che il suo valore sia sopravvalutato al momento dell’Ipo, e altrettanto maggiore è il rischio che ci siano revisioni al ribasso sia sulla valutazione che sugli utili negli otto mesi successivi allo sbarco in Borsa”. Secondo l’analista il valore giusto per Snap è tra 19 e 23 dollari per azione.
Snap non ha un bilancio in attivo, sui conti pesa una perdita netta superiore al fatturato. La crescita degli utenti sull’App si è indebolita nel quarto trimestre, alimentando lo scetticismo sul trend delle sue entrate pubblicitarie. Numeri che convincono molti operatori e analisti sul fatto che il prezzo dell’Ipo fosse eccessivamente alto.