L'INDAGINE

IoT sotto attacco hacker, “contagiati” 300mila dispositivi

I dati di Kaspersky Lab: il malware Hajime che opera tramite una botnet peer-to-peer si estende su scala globale. Konstantin Zykov: “Per difendersi gli utenti aggiornino costantemente i firmware e cambino le password dei propri dispositivi”

Pubblicato il 26 Apr 2017

Si allarga a macchia d’olio, e su scala mondiale, il malware Hajime, la minaccia “misteriosa” che ha preso di mira l’Internet of things creando una vasta botnet peer-to-peer. A sottolinearlo è un’indagine appena pubblicata da Kaspersky Lab, secondo cui oggi la rete dei dispositivi infettati conta quasi 300.000 device, per l’esattezza 297.499, “pronti – si legge in una nota di Kaspersky – a cooperare per eseguire le istruzioni degli autori del malware all’insaputa delle loro vittime”.

“L’aspetto più interessante di Hajime è il suo scopo – spiega Konstantin Zykov, Senior Security Researcher di Kaspersky Lab – Sebbene la botnet stia diventando sempre più grande, il suo obiettivo rimane ignoto. Non abbiamo visto le sue tracce in alcun tipo di attacco o altra attività criminale. Tuttavia, consigliamo ai proprietari di dispositivi IoT di sostituire la password dei loro device con una che sia difficile da violare con un attacco brute force e, se possibile, di aggiornare il firmware”.

Hajime, che in giapponese significa “inizio”, ha lasciato le prime tracce di attività a ottobre 2016. Da quel momento, si è evoluto, sviluppando nuove tattiche di diffusione. Il malware sta costruendo una vasta botnet peer-to-peer, un gruppo decentralizzato di dispositivi compromessi che, senza farsi notare, lanciano attacchi spam o DDoS.

Tuttavia, spiega Kaspersky Lab, Hajime non possiede un codice o una funzionalità di attacco, solamente un modulo di propagazione, e usa diverse tecniche – principalmente attacchi di forza bruta alle password del dispositivo – per infettare i device e segue una serie di procedure per non farsi scoprire dalla vittima. In questo modo, il dispositivo diviene parte della botnet.

Hajime non si limita ad attaccare un solo tipo di dispositivi, ma tutti quelli connessi a Internet. Ciò nonostante, gli autori del malware si stanno concentrando su alcuni dispositivi in particolare: i più colpiti sono stati i videoregistratori digitali (DVR), seguiti da webcam e router. Secondo i ricercatori di Kaspersky Lab, Hajime evita alcune reti, come quelle di General Electric, Hewlett-Packard, US Postal Service, il Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti e diversi network privati. Al momento della ricerca, le infezioni provenivano principalmente da Vietnam (oltre il 20%), Taiwan (quasi il 13%) e Brasile (circa il 9%), mentre la maggior parte dei dispositivi infettati si trova in Iran, Brasile e Vietnam.

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