IL REPORT

Assintel: Ict italiano a quota 30 miliardi. E nel 2018 si crescerà dell’1,9%

E’ l’hardware a registrare la performance migliore: +6,2%. Manifatturiero e finance i settori in cui si investirà di più. Ma il nostro Paese marcia a due velocità: il 45% delle imprese non ha colto i benefici della traformazione digitale. Rapari: “Serve pressing politico”

Pubblicato il 23 Nov 2017

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Chiuderà con una crescita del 3,1% il 2017 dell’IT italiano. E le prospettive per il 2018 sono altrettanto allettanti: +1,9%. Questa la fotografia scattata da Assintel nel nuovo report realizzato con Cfmt e Idc Italia, secondo cui se si allarga l’orizzonte anche alla componente “communication” ossia se si considera l’intero mercato Ict, il giro d’affari si attesta a 30 miliardi.

È l’hardware a segnare la crescita più consistente con un +6,2%. A seguire il segmento Software a +3% ed i Servizi IT a +1,5%. In calo, invece, dell1,6% – ma si tratta di un trend ormai “storico” – i Servizi di Tlc. È la trasformazione digitale a caratterizzare la nuova era e a trainare i numeri, anche se – evidenzia l’Associazione Nazionale delle Imprese Ict e Digitali – la medaglia è a doppia faccia. E si sta infatti allargando la forbice fra “vecchia” e “nuova” Ict: l’effetto espansivo delle tecnologie della Terza Piattaforma e degli Acceleratori dell’Innovazione – si legge nel report Assintel – compensa la contrazione dei prodotti e servizi Ict tradizionali o non riconducibili ai nuovi driver di business. I primi crescono del +16,4%, per un totale di oltre 14 miliardi di euro: IoT +16,4%, Cognitive +20,5%, Cloud +27,8%, Big Data & Analytics +20,9%, Realtà Aumentata e Virtuale + 335,6%, Wearable +155,7%.

“Siamo in un Paese a più velocità in cui ancora ampie sacche di aziende, inclusi alcuni operatori Ict, restano in una zona comfort pericolosa ai margini della trasformazione”, commenta Giorgio Rapari, Presidente Assintel. “Per questo la nostra azione associativa percorre tre binari principali: sensibilizzare e dare supporto concreto alle nostre aziende Ict, fare pressing politico per sostenere la strategia digitale sia nei confronti delle imprese, sia della Pubblica Amministrazione, e infine lavorare a stretto contatto con la domanda attraverso iniziative di sensibilizzazione culturale”.

Positivo l’outlook sul 2018 i cui saranno le grandi imprese a fare la parte del leone sul fronte investimenti: il 48% della spesa Ict sarà veicolato attraverso le grandi realtà. Quasi un quarto degli investimenti – 7 miliardi di euro – sarà realizzato dal settore Manifatturiero, spinto anche dal piano Industry 4.0. Al secondo posto il Finance, con 6,2 miliardi. Otre il 40% delle medie imprese e oltre il 60% delle grandi imprese prevedono una crescita del fatturato nel 2018. Turismo, commercio al dettaglio e banche i settori più ottimisti. Ciò si riflette nelle previsioni di spesa Ict: il 49% delle grandi imprese prevede di espandere i propri investimenti Ict (per il 15% di esse con un tasso oltre il 5% annuo), mentre il 20% del segmento micro imprese è in caduta libera. L’area di maggior investimento sarà quella delle Piattaforme di Analytics. Ma non tutte le imprese italiane sono culturalmente pronte a cavalcare la trasformazione digitale: il 45% delle aziende resta infatti ancorata all’efficienza e razionalizzazione delle risorse IT che, nella gestione ordinaria, drena energie e risorse da dedicare ai nuovi paradigmi, evidenziano gli analisti.

“Stiamo assistendo alla rapida ascesa di nuovi paradigmi che ridisegnano strategie, valori e assetti competitivi – sottolinea Fabio Rizzotto, head of local research & consulting di Idc Italia –. Le aziende italiane sono consapevoli del salto esponenziale, ma sarà indispensabile un’incessante ricerca di nuovi equilibri, tra continuità e disruption. Insieme ad attori e partner dell’innovazione, in nuovi ambienti, con la riconversione di tecnologie, servizi e competenze”.

Dell’evoluzione digitale in Italia si dibatterà il 28 novembre a Roma in occasione della presentazione capitolina – dopo quella milanese del 23 novembre scorso – dell’Assintel Report.

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