Manca poco all’entrata in vigore della PSD2 (Payment Service Directive 2), la direttiva europea sui pagamenti. Entro il 13 gennaio 2018, infatti, gli Stati Membri dovranno recepire all’interno dei propri ordinamenti l’intervento 2015/2366/UE (noto appunto come PSD2). Si tratta di una direttiva che mira principalmente a regolamentare un contesto di mercato sempre più complesso, formato da Prestatori Servizi di Pagamento (PSP) e dai nuovi soggetti di mercato (oggi non regolamentati), nell’ottica della creazione di un mercato unico integrato.
In Italia, il tema dei pagamenti digitali, è particolarmente sentito, tanto che in questi giorni il Mef (Ministero dell’Economia e delle Finanze) ha annunciato il lancio di un tavolo di lavoro ad hoc. Il vice ministro dell’Economia e delle Finanze Luigi Casero, nel messaggio inviato al confronto tra politici e imprese da “L’Italia nel sistema competitivo europeo” promosso dall’Associazione Italiana Prestatori di Pagamento (Apsp) nell’ambito del Salone dei Pagamenti al Milano Congressi (MiCo), ha detto: “In Italia ci sono le condizioni per favorire lo sviluppo di nuovi business che rispondano all’evoluzione degli stili di vita e dei consumi dando impulso alla crescita economica. Le soluzioni devono essere anche l’esito di un confronto serrato tra istituzioni, imprese e rappresentanti dei consumatori. Il ministero dell’Economia e delle Finanze ha istituito per questo un tavolo tecnico che, simbolicamente, parte in coincidenza con l’evento nazionale dedicato ai pagamenti digitali, infrastruttura decisiva per la nuova economia”.
E una nuova economia potrebbe partire proprio dal recepimento della PSD2, che in Italia sembra procedere senza intoppi. Anzi, in quest’ambito, a breve, potrebbero nascere almeno due rilevanti opportunità, in grado di accelerare il processo di innovazione nel settore finanziario. Una di queste potrebbe favorire lo sviluppo delle startup fintech in Italia. Tutto nasce da un parere, approvato il 25 ottobre in Commissione Finanze alla Camera, sullo schema di decreto legislativo che recepisce la direttiva 2015/2366. Nello specifico viene fatta richiesta al Governo di valutare la possibilità di integrare lo schema di decreto legislativo di recepimento della normativa inserendo “misure per favorire la prestazione di servizi di pagamento da parte di imprese startup innovative”.
In altre parole, il Ministero dell’Economia e delle Finanze, tramite un decreto, dovrà adottare una serie di norme volte a favorire le prestazioni di servizi di pagamento da parte di startup innovative. A beneficiarne potrebbe essere chi ha puntato forte sul business dei pagamenti elettronici, realizzando, per esempio, servizi pensati per monitorare le transazioni di denaro online da parte delle aziende.
Detto ciò, la notizia può essere considerata positiva per tutte le startup fintech, anche alla luce delle linee guida messe sul piatto dalla Banca Centrale Europea, lo scorso settembre, in materia di finanza innovativa. E sebbene in molti sostengano che l’introduzione di questa normativa possa favorire principalmente realtà come Facebook, Amazon, Google e altri giganti della tecnologia, che hanno da tempo messo gli occhi sul settore, le piccole imprese innovative potranno senz’altro sfruttare i vantaggi della PSD2 per potenziare il loro business.