L'INCONTRO

Genish: “Rete Tim non si tocca”. I sindacati: “Più concretezza sul piano industriale”

L’Ad rassicura: “Molte pressioni su spin off, ma non è necessario”. A Cgil, Cisl e Uil non basta: “Manca visione di lungo periodo”. Braccio di ferro sulla solidarietà

Pubblicato il 28 Nov 2017

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La rete per Telecom è un asset strategico e non si tocca. Lo ha detto l’Ad di Tim, Amos Genish, incontrando i sindacati ieri per la prima volta.

Genish ha sottolineato che sul dossier ci sono molte pressioni ma che in ogni caso lo spin off non è necessario. Per Equita il senso delle parole di Genish è chiaro: la rete è strategica e Tim intende verificare la posizione del regolatore (che è atteso completare l’analisi di mercato entro giugno) e chiedere contropartite sul fronte regolatorio in cambio di eventuali e ulteriori passi verso la separazione. A questo punto, il cda previsto per il 5 dicembre esaminerà pro e contro dei diversi scenari, ma non sono attese decisioni nel merito. Genish ha anche confermato alle rappresentanze sindacali che l’azienda raggiungerà i target di riduzione del debito (a 2.7 volte il mol a fine 2018) senza vendere asset (né Tim Brasil né la rete)

L’incontro con Slc, Fistel e Uilcom è stata un’occasione – si legge in una nota della società – per delineare i nuovi pilastri della strategia di sviluppo dell’azienda che sarà introdotta nel Piano Industriale 2018-2020. Genish – riferisce la nota – ha sottolineato ai sindacati la volontà di Tim di ricoprire un ruolo da protagonista nell’ecosistema digitale che sta cambiando radicalmente alla luce della trasformazione tecnologica in atto, e che riguarda tutti i settori e la vita delle persone. Per favorire questo processo di cambiamento Tim continuerà a investire in innovazione, ma anche nella formazione e motivazione dei suoi dipendenti, e promuoverà la diffusione della “cultura digitale” in tutta l’azienda.

Ma ai sindacati non basta: il manager non è in grado ad oggi di dare una visione a medio lungo termine e si è limitato ai prossimi 12 mesi. Slc, Fistel, Uilcom e Ugl Tlc in una nota congiunta affermano  pur registrando la disponibilità al confronto da parte del top manager di Tim, c’è la necessità che oltre alla enunciazione, vi siano fatti concreti e conseguenti, a partire dal piano industriale. Le segreterie nazionali ribadiscono che, in assenza di un confronto puntuale sui contenuti del piano industriale, non sussistono i presupposti che giustifichino la proroga al ricorso del contratto di solidarietà in essere che scade il prossimo 3 gennaio 2018. Proroga chiesta dallo stesso Genish.

Una frecciata è stata infine riservata al ministro dello Sviluppo economico Carlo Calenda da Salvo Ugliarolo, segretario generale Uilcom: “Chiediamo da tempo un incontro a Calenda sul tema della rete, che puntualmente il ministro diserta e preferisce dialogare sui social o con i tweet o andare in tv a dare la sua ricetta sulla rete”.

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