Pirateria, in Italia illegale un software su due

Il 49% delle piattaforme è piratato. Mille: “Un freno allo sviluppo economico del Paese”

Pubblicato il 17 Giu 2011

Quasi un software su due in Italia è piratato. A ricordarlo Matteo
Mille, Direttore Divisione Software Originale di Microsoft Italia
che cita l’ultima edizione edizione della ricerca condotta da
Business Software Alliance (Bsa) con Idc e Ipsos. “Un problema
per il sistema Italia, oltre che un’occasione mancata di sviluppo
economico – puntualizza Mille – Il nostro Paese rimane in Watch
List nel rapporto Special 301 della Us Trade Representative, la
quale tuttavia, rilevando una maggior attenzione alla tematica, si
riserva di condurre ulteriori analisi sul nostro Paese nel corso di
quest’anno per verificare nuovamente la situazione relativa ai
preoccupanti livelli di illegalità nell’impiego di prodotti
digitali e nella circolazione di contenuti protetti da copyright su
internet”.
E proprio la segnalazione nella "black list" Usa può
rappresentare un freno agli investimenti nel nostro Paese da parte
delle aziende straniere.

In Italia, a livello nazionale, la pirateria informatica (quindi
non solo quella riferita al canale distributivo) è del 49% per un
giro d'affari stimato tra i 3,5 e i 7 miliardi di euro; un
tasso molto elevato se si pensa che quello della contraffazione
degli orologi è del 5%, dei profumi il 10% e della moda del 20%.
Ancor più alto del comparto audiovisivo il cui tasso di pirateria
è del 25%.

“La proprietà intellettuale è una delle principali ricchezze
delle nostre società e un fondamento essenziale per economie
avanzate come quella italiana e quella americana – spiega Sonia
Tarantolo, vice Console per gli Affari Politici ed Economici,
Consolato Generale degli Stati Uniti a Milano (glòi Stati Uniti
hanno inserito l’Italia nella black list della porateria
mondiale) – La proprietà intellettuale offre l’opportunità a
chi ha creatività di investire e di costruire sulle proprie idee,
non solo a proprio beneficio, ma per il bene di tutti. Ci permette
di innovare, di crescere e di prosperare. Per questa ragione, il
miglioramento della sua tutela è un elemento presente da molto
tempo nella politica estera del mio governo. Senza una forte
protezione della proprietà intellettuale gli imprenditori, gli
inventori, gli artisti, gli sviluppatori di software e le aziende
avrebbero poco interesse a innovare e investire. Gli Stati Uniti e
altri Paesi come l’Italia hanno lavorato per decenni al fine di
estendere la tutela dei diritti in maniera più ampia possibile in
tutto il mondo. Il nostro impegno sta avendo successo ma bisogna
lavorare ancora molto per far si’ che la proprietà intellettuale
venga rispettata.”

A livello globale la quota di vendite di merci contraffatte vale
dal 7% al 9% sull'intero commercio mondiale e secondo l’Ocse
i soli prodotti contraffatti che hanno attraversato qualche
frontiera doganale valgono 200 miliardi di dollari. Considerando
anche i prodotti consumati all’interno della stessa area doganale
(Ue, Nafta, ecc) il totale arriva ad oltre 600 miliardi di
dollari.

“La proprietà intellettuale è una delle principali ricchezze
delle nostre società e un fondamento essenziale per economie
avanzate come quella italiana e quella americana – spiega Sonia
Tarantolo, Vice Console per gli Affari Politici ed Economici,
Consolato Generale degli Stati Uniti a Milano (glòi Stati Uniti
hanno inserito l’Italia nella black list della porateria
mondiale) – La proprietà intellettuale offre l’opportunità a
chi ha creatività di investire e di costruire sulle proprie idee,
non solo a proprio beneficio, ma per il bene di tutti. Ci permette
di innovare, di crescere e di prosperare. Per questa ragione, il
miglioramento della sua tutela è un elemento presente da molto
tempo nella politica estera del mio governo. Senza una forte
protezione della proprietà intellettuale gli imprenditori, gli
inventori, gli artisti, gli sviluppatori di software e le aziende
avrebbero poco interesse a innovare e investire. Gli Stati Uniti e
altri Paesi come l’Italia hanno lavorato per decenni al fine di
estendere la tutela dei diritti in maniera più ampia possibile in
tutto il mondo. Il nostro impegno sta avendo successo ma bisogna
lavorare ancora molto per far si’ che la proprietà intellettuale
venga rispettata.”

Microsoft è impegnata in attività di lotta alla pirateria del
software e nel tempo ha intrapreso numerose campagne di
sensibilizzazione rivolte non solo ai rivenditori ma anche ai
consumatori e alle aziende, salvaguardando e tutelando chi agisce
nella legalità. Dal 2006 è in corso la campagna Mistery Shopper,
che prevede che incaricati di Microsoft si rechino presso i
rivenditori per richiedere offerte e acquistare software
verificando così la conformità alle norme di legge ed alle norme
contrattuali all’atto di vendita. In caso di irregolarità il
Mistery Shopper ha soprattutto il ruolo di indicare al rivenditore
quali attività compiere per mettersi in regola, fornendogli tutto
il supporto necessario.

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