Sembra sempre impossibile, finché non viene fatto. Questa frase di Nelson Mandela può rappresentare molti percorsi e vissuti della nostra pubblica amministrazione e non solo. E’ proprio così, sembra sempre che non si possa fare niente o che non ci siano le persone giuste per portare avanti dei progetti innovativi, finché non c’è una spinta fatta di professionalità, entusiasmo e voglia di fare che sblocca la situazione. E’ successo anche nel rapporto tra pubblica amministrazione e social network e in particolare con il percorso #pasocial che condividiamo da più di un anno e mezzo con comunicatori, giornalisti, social media manager, esperti di comunicazione del Governo, Presidenza del Consiglio, tutti i Ministeri e molte strutture dello Stato. Un percorso che ha coinvolto tantissimi protagonisti della comunicazione pubblica anche sui territori con Regioni, Comuni, aziende pubbliche e le stesse aziende dei social network (Facebook, Instagram, Twitter, Google, Linkedin).
L’obiettivo? Sviluppare la comunicazione attraverso web, social e chat nel settore pubblico che porta con sé nuovo lavoro, nuovi servizi, innovazione, linguaggi. Rendere la nostra pubblica amministrazione davvero a portata di cittadino e di smartphone, dare gambe e “motore” al concetto di smart city, far sì che con un post, un tweet, un messaggio in chat si possa davvero offrire un servizio, dare un’informazione, risolvere anche un piccolo problema quotidiano. In poche parole, cambiare il rapporto tra cittadini e PA e dare una nuova centralità alla figura del comunicatore pubblico, fondamentale per “portare a terra” e rendere veramente efficace, comprensibile, semplice da utilizzare il patrimonio di opportunità che la pubblica amministrazione deve e può mettere a disposizione dei cittadini. Tutto è iniziato nel novembre del 2015 con i primi Stati Generali della nuova comunicazione pubblica a Palazzo Chigi, da lì il gruppo di lavoro ha portato avanti il percorso a Roma e sui territori. Molto è cambiato, ormai c’è la consapevolezza dell’importanza e dell’utilità di questi strumenti per il servizio pubblico, sono cresciute in quantità e qualità enti ed aziende pubbliche che hanno profili, account, canali pubblici anche in chat. Resta molto lavoro da fare, serve ora un salto di qualità perché i social hanno portato nuove professionalità, nuovi strumenti e tempi di lavoro, nuovi linguaggi, una nuova organizzazione, una necessità di formazione costante.
E la pubblica amministrazione deve adeguarsi e sfruttare tutte le potenzialità che questi mezzi portano con sé, promuovendone anche un corretto utilizzo. Alla nostra PA non si chiede di essere “guru” del web o campione di follower o mi piace, ma di rappresentare un punto di riferimento affidabile anche su queste piattaforme che noi tutti utilizziamo costantemente nelle nostre giornate. Il lavoro del gruppo #pasocial va avanti, oltre alla costante attività di divulgazione e scambio di buone pratiche, anche con delle linee guida per la comunicazione social, un nuovo modello organizzativo per la comunicazione pubblica con il necessario riconoscimento delle nuove figure professionali, percorsi di formazione e aggiornamento costante nella pubblica amministrazione, rafforzamento e allargamento della comunità/community dei comunicatori pubblici. Al Forum PA (mercoledì 24 maggio 930-1130 http://forumpa2017.eventifpa.it/it/event-details/?id=5195) faremo il punto della situazione, cosa è stato fatto e soprattutto gli obiettivi presenti e futuri. Andiamo avanti su questa strada per una PA sempre più social.
A #forumpa17 (Roma Convention Center “La Nuvola”, 23-25 maggio) il tema della social pa sarà anche al centro di tre Academy, seminari di formazione gratuiti, in programma nei tre giorni:
24 maggio, 2017 (14:00 – 14:50)
#PASocial: nuovi strumenti, nuovi linguaggi e un nuovo modello organizzativo
http://forumpa2017.eventifpa.it/it/event-details/?id=5241
25 maggio, 2017 (10:00 – 10:50)
Diritti e doveri della PA sui social per un’interazione virtuosa col cittadino
25 maggio, 2017 (13:00 – 13:50)
WhatsApp, Telegram, Messenger, Snapchat: usare le chat per nuovi servizi al cittadino