IL PIANO

Industria 4.0, Calenda: “Possibili tagli a incentivi, investire ora”

Il ministro alla Sviluppo economico sulla prossima manovra: “Dobbiamo rafforzare il piano, ma queste misure non devono diventare riduzioni fiscali”

Pubblicato il 13 Giu 2017

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Non tutti gli incentivi del provvedimento Industria 4.0 saranno confermati nella prossima finanziaria. Lo ha spiegato il ministro dello Sviluppo economico, Carlo Calenda all’assemblea dell’Assolombarda, rispondendo a quella che è una delle principali richieste degli industriali. “Dobbiamo fare una finanziaria seria – ha detto – che non sarà lacrime e sangue, ma seria, ma che indirizzerà le risorse verso la continuazione di un percorso. Bisogna rafforzare Industria 4,0, il che non significa che tutti gli incentivi saranno confermati, non funziona così altrimenti sarebbero tagli fiscali”. Il ministro punta dunque a spingere le imprese a sfruttare i mega incentivi previsti per gli investimenti fatti quest’anno che, appunto, potrebbero non essere prorogati nel 2018. Il riferimento è in particolare al superammortamento (140% dell’investimento) e all’iperammortamento (250%) per i quali il governo ha già preventivato di spendere circa la metà dei 18 miliardi di euro complessivamente stanziati per il Piano industria 4.0. fino al 2027.

Oltre ai quasi 9 miliardi (di cui 5,7 nel periodo 2020-27) per iper e super ammortamento, ci sono: 3,4 miliardi per il credito d’imposta del 50% su spese incrementali in ricerca e sviluppo; quasi 3 miliardi per gli sgravi fiscali sul salario di produttività; più di 1,3 miliardi per la “Finanza per la crescita” (start up e pmi innovative); circa 600 milioni per la nuova Sabatini (credito agevolato sugli investimenti innovativi) e un miliardo per il Fondo di garanzia (sostegno per l’accesso al credito).

I primi dati disponibili su iper e super ammortamento mostrano un forte aumento degli ordinativi per investimenti, in particolare sui macchinari: + 13% nel primo trimestre del 2017 rispetto allo stesso periodo del 2016, con punte del 60% nelle macchine per ceramica, del 22% in quelle utensili e del 20% in quelle per fonderie. Inoltre, nei primi 5 mesi del 2017 nei confronti dello stesso periodo del 2016 c’è stato un aumento del 10% dei contratti di leasing (oltre 76mila) in beni strumentali per un valore di quasi 3 miliardi. Più di un contratto su quattro ha riguardato il leasing di beni ad alta tecnologia nel campo dell’elaborazione e trasmissione dati.

Per quanto riguarda la nuova Sabatini, l’utilizzo è raddoppiato rispetto allo scorso anno: finora domande di contributo prenotate sono 2.706 per un finanziamento complessivo di 683 milioni di cui 254 relativi a beni che ricadono nel piano Industria 4.0.

In aumento, nei primi 5 mesi del 2017, hanno visto proseguire anche la crescita del leasing, con oltre 76mila contratti in Beni strumentali, per un valore vicino ai 3 miliardi di euro, secondo o numeri di Assilea. Gli investimenti Industria 4.0 pesano per più del 30%, per un controvalore di oltre 900 milioni di euro di finanziamenti in leasing. L’effetto 4.0 è riscontrabile sia nei beni, sia nei settori di clientela maggiormente finanziati nei primi cinque mesi del 2017. Ai primi posti per valore si classificano le macchine utensili per asportazione (15%), poi macchinari non targati per l’edilizia (11%), macchinari agricoli (11%) e macchine utensili per deformazione (10%). Al quinto posto sono rilevati i leasing di beni ad alta tecnologia nel campo dell’elaborazione e trasmissione dati, comparto primo in termini di numero di contratti stipulati con oltre un contratto di leasing su quattro.

Le imprese continuano a fare pressing sul governo perché gli incentivi vengano prorogati ma dovranno vedersela con il sentiero stretto della prossima manovra di Bilancio.

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