L'INTERVISTA

Chirico presenta la “nuova” Avaya: “Pronti per la sfida 2018”

L’azienda si prepara ad uscire dal Chapter 11 entro l’anno. Al Gitex di Dubai l’intervista di Corcom al nuovo ceo mondiale. “I clienti ci hanno dato fiducia. E grazie ai partner siamo riusciti a superare una fase molto complicata. Continueremo a fare acquisizioni e investimenti per rafforzare il nostro ecosistema”

Pubblicato il 10 Ott 2017

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DUBAI – “Stiamo procedendo molto bene. E ci prepariamo ad affrontare il 2018 con prospettive di business interessanti” Jim Chirico, dal primo ottobre nuovo ceo di Avaya racconta a Corcom le strategie prossime venture in occasione del Gitex di Dubai, una delle più importanti fiere al mondo dedicate alle nuove tecnologie.

Ad agosto scorso l’azienda ha annunciato di aver raggiunto un accordo, a sostegno del piano di ristrutturazione, con i titolari di oltre il 50% del suo debito first-lien nonché con l’agenzia statunitense garante delle prestazioni previdenziali, nell’ambito della procedura del Chapter 11 che secondo la roadmap annunciata un anno fa – e fino ad oggi pienamente rispettata – si concluderà entro fine anno. Il piano di ristrutturazione prevede una riduzione dell’indebitamento per oltre 3 miliardi di dollari (rispetto al livello precedente alla presentazione del piano stesso) e trasformerà l’azienda in una public company.

“Dopo il pronunciamento della corte atteso per il 15 novembre – e siamo più che fiduciosi su un’approvazione del nostro piano di ristrutturazione – ci avvieremo definitivamente verso l’uscita dal Chapter 11. Ci vorranno poi alcune settimane ancora e per dicembre la procedura dovrebbe concludersi appieno”, spiega Chirico al nostro giornale.

Chirico, è stato decisamente un anno difficile, avete perso clienti? E come farete a recuperare la fiducia del mercato?

Nonostante la complessità della situazione non abbiamo perso clienti e questo lo dobbiamo ai clienti stessi ma anche ai partner e al nostro staff. Da un punto di vista delle prospettive di revenues stiamo andando bene. I partner hanno continuato a darci grande supporto e negli ultimi 10 mesi è stato fatto un grande lavoro di squadra. Entrare nel Chapter 11 ha generato un certo nervosismo da parte dei clienti, come normale che fosse. Le preoccupazioni principali riguardano il futuro e i rischi che si possono correre, ma siamo riusciti a mantenere alta la fiducia e i nostri clienti ci hanno ricompensato.

I partner dunque hanno avuto un ruolo chiave. Sarà così anche in futuro?

Certamente. Per noi i partner sono determinanti. Vogliamo arricchire e rafforzare l’ecosistema di soluzioni e risorse necessarie per rispondere al meglio a una domanda di mercato sempre più service-oriented. Da harware company siamo diventati una software company e la trasformazione digitale, che sta investendo tutti i comparti, sta impattando nuovamente sul nostro dna. Di fatto saremo sempre di più una service- company, consulenti per quelle aziende che si aspettano di aumentare produttività ed efficienza grazie all’adozione delle piattaforme più confacenti al proprio business.

Prevedete di investire in qualche settore particolare?

Continueremo a fare acquisizioni e a investire in quelle aree che ci consentiranno di affrontare al meglio le sfide future. Healthcare, public safety, security e financial sono i verrticali in cui si concentra il nostro business. E ci stiamo orientando anche su una serie di tecnologie emergenti – come l’Iot e la blockchain – affinché esse possano diventare complementari alla nostra tecnologia per il contact center che è core per il successo della compagnia, una tecnologia che abilita i nostri clienti a diventare più efficienti dotandoli di nuove funzionalità operative ed evolute”.

Avete in casa le competenze adatte per affrontare le nuove sfide?

Operando con i partner siamo certi di poter contare sulle più alte expertise nell’approcciare il mercato. E gli investimenti che faremo in futuro sicuramente ci porteranno in casa le risorse più adatte a rispondere ad una domanda in continua evoluzione.

Dunque il 2018 sarà l’anno della “nuova” Avaya?

Siamo pronti per la sfida!

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