“L’Istituto Auxologico Italiano lavora da 25 anni sulla Realtà Virtuale applicata alla psicologia, alle neuroscienze e in particolare al mondo clinico. Il professor Giuseppe Riva, direttore dell’Applied Technology for Neuro-Psychology Lab dell’Istituto, ha condotto le prime ricerche in tal senso ed è ad oggi lo scienziato con più articoli scientifici al mondo sul tema. Vista la nostra storia in Auxologico non è sorprendente avere investito consistenti risorse umane, strutturali e finanziarie per un progetto di assoluta avanguardia che possa rappresentare una grande sfida per la sanità italiana ma che sta anche fornendo spunti unici alla comunità scientifica internazionale”. Lo dice in un’intervista a CorCom Pietro Cipresso, senior researcher dell’Ircss Istituto auxologico Italiano, tra i vincitori dei Digital360 awards con il progetto MediCave, che utilizza la realtà virtuale come strumento nel percorso di riabilitazione e cura personalizzata.
Ci fa un paio di esempi in cui l’utilizzo della realtà virtuale si è dimostrato particolarmente efficace?
La riabilitazione motoria e la riabilitazione cognitiva mediante l’uso della realtà virtuale sono sicuramente due pilastri di dimostrata efficacia negli studi scientifici internazionali, molti dei quali sono nostri. Ad esempio, un nostro strumento psicometrico che si basa su un supermercato virtuale ha trovato applicazione clinica e oltre dieci pubblicazioni scientifiche internazionali a dimostrarne l’efficacia.
Che investimenti sono stati necessari per implementare e inserire queste nuove tecnologie nella vostra offerta terapeutica? Avete in mente nuove iniziative di questo genere per il futuro?
Il progetto del Cave è stato realizzato in intesa con il Ministero della Salute e in conto capitale di circa 1 milione di euro (50% a carico dell’Istituto Auxologico Italiano). Inoltre l’Auxologico ha messo a disposizione la struttura per realizzare, per la prima volta in Europa, un Cave all’interno di un Ospedale. L’investimento dell’Istituto è continuo, con personale scientifico, tecnico e clinico specializzato nell’uso della Realtà Virtuale e nell’intento di essere sempre in prima linea nella cura e nella ricerca scientifica.
Come è stato accolto questo genere di terapia dai pazienti e dal personale medico? Ci sono ancora da superare diffidenze e resistenze verso le tecnologie digitali applicate alla sanità?
Sorprendentemente no, almeno nella nostra esperienza in Auxologico. Si è creato da subito un clima collaborativo e abbiamo potuto realizzare questo ambizioso progetto grazie alla lungimiranza del dottor Marco Stramba-Badiale, cardiologo, fisiatra e geriatra e direttore del dipartimento Geriatrico-cardiovascolare e del laboratorio sperimentale di Ricerche di riabilitazione e Medicina cerebrovascolare dell’Auxologico di Milano. La sintonia tra cura e ricerca che si è instaurata tra il Professor Riva e il Dottor Stramba-Badiale ha permesso di andare oltre le convenzionali resistenze e ha permesso ai team dei due gruppi di sperimentare la sanità del futuro, perché è questo quello che stiamo facendo.
Siete tra i vincitori dell’ultima edizione dei Digital360Awards. Vi è stato utile per entrare in contatto con altre realtà attive nel vostro e in altri settori, come stimolo per nuovi progetti?
Essere tra i vincitori dell’ultima edizione dei Digital360Awards ci ha dato visibilità e visione. Entrambe sono interconnesse e necessarie. La visione è ciò che ci fa sperimentare nuove soluzioni alla ricerca della migliore cura. La visibilità è ciò che da un lato fa conoscere la nostra eccellenza e dall’altro ci fa entrare in contatto con altri innovatori, che portano nuova linfa vitale per un continuo miglioramento.
Avete ricevuto manifestazioni di interesse per la vostra tecnologia da altri istituti in Italia e all’estero?
In questo momento la realtà virtuale è di assoluto interesse in riferimento a qualunque mercato. Essere leader, nell’uso in sanità e ricerca, ci porta a essere di assoluto interesse e punto di riferimento per chiunque ha iniziato in questi ultimi dieci anni e sta ancora cercando di capire come integrare brillanti soluzioni cliniche con le nuove tecnologie. In tal senso non esistono confini geografici e continuiamo a ricevere manifestazioni di interesse da tutto il mondo, come testimoniano le nostre numerose collaborazioni internazionali.