STRATEGIE

“Soft law”, il nuovo approccio alla data protection

Al dipartimento di Giurisprudenza della Federico II di Napoli la terza tappa del ciclo di conferenze “Digitali e responsabili”, il roadshow di Google Italia che punta a sensibilizzare imprese e cittadini sulle opportunità e sui rischi delle attività online

Pubblicato il 30 Ott 2017

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“L’economia della modernità e la società dell’informazione sono basate sulla fiducia, sul bilanciamento tra i diritti degli utenti del Web e i poteri che esercita chi sul Web opera e realizza profitti”. Parola di Fernando Bocchini, Professore Straordinario dell’Università Telematica Pegaso, che rivolgendosi direttamente ad Andrea Stazi, Public Policy Manager di Google Italia, ha chiuso la terza tappa di ‘Digitali e responsabili‘. Il roadshow che il capitolo tricolore di Mountain View ha organizzato in cinque città della Penisola (l’avvio a Roma, a cui sono seguiti gli appuntamenti di Palermo e, venerdì, di Napoli) è giunto al giro di boa.

Mancano ancora i workshop di Firenze e Milano, ma il dibattito, grazie alla partecipazione di esponenti della politica, dell’impresa, del mondo accademico e delle autorità garanti, ha già toccato alcuni dei temi cruciali tra quelli su cui si fondano i concetti di legalità, consapevolezza e responsabilità on line. Concetti su cui fa perno l’iniziativa di sensibilizzazione intrapresa da Google e di cui CorCom è media partner. Al dipartimento di Giurisprudenza dell’Università Federico II di Napoli hanno partecipato alla conferenza, inserita tra le attività formative, gli studenti di legge interessati alle declinazioni di privacy e diritto d’autore sulle piattaforme digitali.

Ed è ai futuri avvocati e regolatori che Carolina Perlingieri, Professore Ordinario di Diritto privato, ha rivolto il saluto dell’ateneo: “Internet è una grande conquista per tutti, ma non possiamo ignorare che oggi il suo utilizzo comporta rischi direttamente proporzionali all’entità di questa conquista. Ci sono interessi patrimoniali da proteggere, ma bisogna anche tutelare il valore della persona umana. Accertate l’insufficienza e l’inadeguatezza dello strumento del consenso al trattamento dei dati, ora bisogna lavorare su meccanismi di autocontrollo degli operatori della Rete e su una pluralità dei controlli esterni, che coinvolgano l’autorità giudiziaria, le Authority e se necessario le commissioni d’inchiesta del parlamento”.

Anche per Andrea Stazi la collaborazione a cavallo di pubblico e privato in questo scenario è imprescindibile. “Google è allo stesso tempo artefice e beneficiario del sistema che si è venuto a creare e condivide con tutti gli altri soggetti che hanno un ruolo nella Rete una missione importante: nello specifico, chi come noi ha iniziato questo percorso ai suoi albori ha a maggior ragione la responsabilità di illustrare le best practice dell’utilizzo dei dati nel rispetto delle regole. I dati non sono il nuovo petrolio”, ha aggiunto Stazi, “non parliamo di una corsa all’oro. I dati hanno sì un enorme valore ma oggi non rappresentano una risorsa scarsa, sono un bene di tutti e costituiscono un fattore chiave per l’innovazione disponibile a chiunque sappia estrarre informazioni utili a creare nuovi prodotti e servizi per i propri utenti”. Stazi ha ricordato che non si tratta di un fenomeno limitato al Web: le aziende di tutti i settori e di tutte le dimensioni, pubbliche e private, impiegano tali informazioni come risorsa fondamentale nella propria strategia di crescita. Numerosi sviluppatori indipendenti hanno creato una serie di strumenti open source che permettono a chiunque di condurre analisi approfondite di archivi di dati. “Grazie a strumenti che utilizzano dataset anonimi come Google Trends e Global Market Finder, infatti, una qualsiasi piccola azienda è in grado di capire quali sono i Paesi nei quali c’è maggior interesse per i propri prodotti e dunque di indirizzare al meglio le strategie di internazionalizzazione.

Attraverso piattaforme come Google Analytics, è inoltre possibile comprendere meglio i propri clienti e proporre loro un’offerta più mirata”. Ma l’approccio data-driven può avere anche un impatto rilevante sulle attività di sfruttamento intensivo delle risorse naturali. “Global Fishing Watch, per esempio, è una piattaforma tecnologica che abbiamo lanciato in collaborazione con Oceana e SkyTruth. È destinata ad aumentare la consapevolezza delle attività di pesca e influenzare la politica sostenibile attraverso la trasparenza, combinando la tecnologia di Cloud computing con i dati satellitari per fornire la prima visione globale al mondo delle attività di pesca commerciale”.

Un approccio ‘soft law’ per tutelare la privacy senza imbrigliare il mercato

All’aumentare delle applicazioni, devono aumentare anche le garanzie, e specialmente la trasparenza sull’uso che viene fatto dei dati personali “La data protection innovata dal GDPR, che sarà applicato a partire dal 25 maggio 2018, afferma un concetto di privacy più ampio di quello a cui siamo abituati: i cittadini hanno il diritto di sapere non solo in che modo verranno trattati i loro dati, ma anche la possibilità di decidere e controllare la rappresentazione di se stessi sul web a partire dalle informazioni fornite”, ha precisato Emiliano Germani, rappresentante del Garante per la protezione dei dati personali, che ha partecipato al convegno in vece di Augusta Iannini, Vice Presidente dell’Autorità. “Il GDPR introduce inoltre il tema della memoria digitale e il diritto all’oblio, una pratica già applicata da Google a seguito della sentenza della Corte di Giustizia dell’Ue: ogni utente ha il diritto di modificare la propria visibilità sul Web, per esercitare anche online la facoltà di autodeterminarsi. Il GDPR di fatto rafforzerà le previsioni del Codice della Privacy che, pur essendo avanzato considerando che è del 2003, soffre dell’età dell’impianto. Si tratta comunque dei primi passi rispetto a una sfida che si intensificherà con lo sviluppo dell’Internet delle cose, per cui si renderanno sempre più necessari sistemi configurati per raccogliere dati in quantità minore possibile, secondo una logica di privacy by default e by design”.

Le leggi nazionali dovrebbero poi garantire la giusta flessibilità per adattarsi alla continua evoluzione tecnologica. “Bisogna adeguare la normativa accelerando i processi di conoscenza e sfuggendo alla tentazione di creare regole che valgano per sempre”, ha detto Gennaro Migliore, Sottosegretario alla Giustizia, proponendo un approccio ‘soft law’ che armonizzi i regolamenti comunitari con la giurisprudenza nazionale attraverso accordi e contrattazioni, anche con gli operatori del settore, che definiscano un bouquet di regole costantemente controllate e aggiornabili. “Intendiamoci: queste forme di regolazione non sono una mannaia o una strettoia per libero svolgimento delle attività aziendali nelle praterie dello sviluppo tecnologico”, ha precisato Migliore. “Google, per esempio, si è posta autonomamente l’obiettivo di adeguarsi ai nuovi temi della data protection per costruire un rapporto di fiducia con i propri utenti. Se secondo l’Eurobarometro solo il 24% dei cittadini europei si fida completamente delle aziende che operano su Internet, il problema effettivamente c’è”. La collaborazione con gli OTT, comunque, è un’ipotesi aperta non solo sul fronte dell’impostazione delle norme dedicate alla privacy, ma anche su quello della loro applicazione e della tutela di organizzazioni e utenti. “Stiamo lavorando molto sullo sviluppo delle competenze digitali nella PA”, ha continuato Migliore citando il processo civile telematico, “che coinvolgerà dati sensibili per definizione. In tal senso, il Cloud è uno strumento affidabile? Quali sistemi possono difendere quei dati? Per rispondere a queste domande, noi non disponiamo della dotazione tecnologica che hanno gli OTT, e perciò un’alleanza con piattaforme come Google è fondamentale per riuscire ad accedere alle stesse risorse”.

Le nuove frontiere del diritto d’autore: identificare ruoli e operatori legali

Alla conferenza era presente anche Ferdinando Tozzi, Presidente della neonata Campania Music Commission e giurista esperto di diritto d’autore. “L’associazione ha lo scopo di fare sistema all’interno della regione per valorizzare il territorio attraverso la musica”, ha spiegato Tozzi. “Rispetto al diritto d’autore siamo ben consapevoli che la continua trasformazione tecnologica comporterà sempre nuove sfide, quindi occorre un approccio che tenga innanzitutto conto del fatto che si è passati dal concetto di possesso a quello di accesso alle opere di ingegno. Le regole che tutelano i diritti d’autore vanno quindi adattate, declinate, in base alle diverse tecnologie e alla tipologia dell’opera. Tutto questo però”, ha concluso Tozzi, “non può prescindere dalla necessità di fare chiarezza su chi è conduttore e chi è editori di contenuti, e soprattutto sull’identificazione dell’offerta legale: gli utenti devono essere facilitati nell’accesso a piattaforme di distribuzione autorizzate. Il web crea il malinteso che tutto sia gratuito, per questo occorre che continuino i percorsi di informazione ed educazione come questo intrapreso da Google”.

Un’iniziativa che ha ricevuto anche il patrocinio dell’Agcom. Il presidente Angelo Cardani ha inviato un messaggio che è stato letto durante i lavori: “Nel mese della sicurezza informatica, il convegno di oggi costituisce una preziosa occasione per interrogarsi su come far crescere l’alfabetizzazione e la formazione digitale tra i cittadini, nonché la consapevolezza dei diritti da esercitare anche sulla rete e la corretta percezione dei rischi connessi all’utilizzo inappropriato delle tecnologie. Si tratta di temi che stanno particolarmente a cuore all’Agcom. L’Autorità intende, con le altre istituzioni e le imprese coinvolte, incentivare un utilizzo sempre più consapevole, sicuro e positivo di Internet anche attraverso la diffusione della cultura della legalità nella fruizione di opere digitali”.

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