Il Libro soci è andato definitivamente in pensione. Con
l’attuazione delle norme previste dal decreto legge cosiddetto
“anticrisi” (dl 185/2008) le imprese si sono liberate di un
fardello che pesava 200 milioni di euro all’anno in costi di
gestione complessiva della tenuta e degli adempimenti connessi.
Oltre al Libro, il Dl ha abolito anche l’invio dell’elenco
soci alle Camere di Commercio in caso di modifica del Libro
stesso. Dal 31 marzo, dunque, tutte le informazioni sulla
compagine societaria delle imprese sono disponibili direttamente
consultando il Registro delle Imprese gestito dalle Camere di
Commercio che – attraverso la propria società di informatica,
InfoCamere – hanno recepito oltre 800mila dichiarazioni inoltrate
dalle stesse imprese o dai delegati.
“Non solo siamo soddisfatti ma orgogliosi del lavoro fatto
dagli uffici camerali in così poco tempo. Mai come in questo
momento una Pubblica Amministrazione più efficiente, rapida e
leggera può fare la differenza per sostenere in modo concreto il
sistema delle imprese e contribuire fattivamente a modernizzare
il Paese – dichiara Andrea Mondello, presidente di Unioncamere -.
Le tecnologie digitali sono un passaggio fondamentale in questo
percorso che è soprattutto culturale. Da anni le Camere di
Commercio investono per tradurre le tecnologie in risparmi per le
imprese, più trasparenza per il mercato e maggiori garanzie per
i consumatori. Oggi l’edificio che abbiamo costruito si
allarga e si irrobustisce grazie ad una semplificazione
importante, come l’abolizione della tenuta del libro soci.
Auspico che al più presto si possano aggiungere altre
semplificazioni prevista dal provvedimento del Governo, dalla
portata ben più rilevante in termini di risparmi per le imprese,
come l’utilizzo diffuso della Posta elettronica certificata e
soprattutto dell’abbandono dell’archiviazione cartacea per
tutte le fasi di gestione dei libri e dei documenti
amministrativi”.
Il risparmio determinato dall’abolizione de libro soci,
infatti, sarebbe solo la punta dell’iceberg: la piena
applicazione di quanto previsto dall’articolo 16 del Dl sarebbe
in grado di produrne di ben più corposi. In base ad uno studio
realizzato da NetConsulting, la completa sostituzione della Posta
elettronica certificata alla raccomandata A/R genererebbe un
risparmio complessivo per il sistema Paese di 908 milioni di euro
(521,2 milioni di euro per le imprese e 386,8 milioni di euro per
la PA, incluse le Camere di Commercio). L’analisi realizzata su
tutti i Libri/Registri conservati dalle imprese ha dimostrato,
invece, come la conservazione in modalità digitale produrrebbe
un risparmio che va dagli 8 ai 17 euro per singolo
Libro/Registro, per un totale di 397 milioni di euro annui per il
sistema imprese e intermediari.
Per quel che riguarda ancora i risparmi potenziali, NetConsulting
stima che con l’informatizzazione di tutte le fasi di gestione
di Libri e Registri si produrrebbero vantaggi pari 10,5 miliardi
di euro per il sistema imprese. In definitiva, l’impatto annuo
del Dl 185/2008 per il sistema Paese è quantificabile in un
risparmio “reale” di circa 200 milioni di euro (da
abrogazione Libro Soci e abrogazione invio Elenco Soci) e un
risparmio potenziale di 11,4 miliardi di Euro (da adozione Pec e
semplificazione della tenuta di Libri/Registri), per un valore
complessivo di circa 11,6 miliardi di euro.