L'INTERVENTO

Web Summit, Vestager all’attacco di Google & Co.: “Sono i nuovi monopoli”

Il commissario Ue antitrust interviene a Lisbona e annuncia battaglia su tasse, big data, privacy e norme sulla concorrenza di mercato: “Big tech una minaccia alla democrazia”. Entro maggio le nuove regole sulla protezione dati e sui regimi fiscali

Pubblicato il 07 Nov 2017

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Le tech companies come Google e Facebook sono monopoli di nuova generazione che hanno bisogno di un nuovo set di regole: alla kermesse internazionale della tecnologia, il Web Summit, che in questa edizione 2017 si tiene a Lisbona, gli attacchi ai giganti del web e della tecnologia sono pesanti. Il commissario europeo all’antitrust Margrethe Vestager, intervenuta oggi al Summit, ha pesantemente criticato Google, Facebook e Apple per abuso del loro potere di mercato mentre Paddy Cosgrave, il co-fondatore dell’evento, ha premiato le iniziative portate avanti dalla Vestager in Europa perché potranno introdurre cambiamenti necessari a ripristinare un level the playing field nel settore hitech: “In termini puramente economici queste aziende rispondono alla classica definizione di monopoli”, ha dichiarato Cosgrave all’agenzia di stampa Reuters.

“Se la commissaria riuscirà nelle sue iniziative darà l’esempio al resto del mondo cambiando il modo in cui le aziende più grandi e redditizie del mondo vengono trattate. Lo scenario competitivo sarà livellato”. Cosgrave ha aggiunto che la tecnologia è spesso stata considerata un progresso positivo, ma non va sottolineato l’elemento “disruptive” che produce un drammatico impatto anche sulla società.

L’iniziale entusiasmo verso i giganti dell’hitech che hanno messo a disposizione servizi online e piattaforme di comunicazione gratis rapidamente conquistando miliardi di utenti si è trasformato recentemente in perplessità se non aspre critiche sui metodi di raccolta e trattamento dei dati personali, sul comportamento nei confronti dei servizi concorrenti, sulla pubblicazione di contenuti controversi e notizie false e sulla vendita di spazi pubblicitari senza sufficiente controllo e trasparenza. Proprio nei giorni scorsi i rappresentanti legali di Facebook, Google e Twitter sono stati chiamati a spiegare al Congresso degli Stati Uniti l’acquisto di ads politiche da parte di account russi che potrebbero aver manipolato l’esito delle elezioni presidenziali del 2016.

Particolarmente acceso l’intervento della Vestager sulle tech companies al Web Summit: “I motivi per cui violano le regole sulla concorrenza sono vecchie come il mondo: è questione di avidità e paura. Messe insieme al potere formato un cocktail micidiale”. La Vestager, riporta il Financial Times, ha fatto senza remore i nomi di Google, Facebook e Apple, dicendo che agiscono cercando sempre “scorciatoie” e distorcono la concorrenza abusando del loro dominio di mercato. E ha ammonito che l’Europa non è come gli Stati Uniti: nel nostro continente i limiti al libero mercato esistono e devono essere rispettati. “Non è la legge della giungla ma quella della democrazia che deve valere”, ha detto la Vestager. E quindi: “Dobbiamo riprendere la democrazia nelle nostre mani, non possiamo lasciarla a Facebook, Snapchat e simili. La democrazia e la società sono fatte di persone, non di tecnologia”.

Il commissario Ue alla concorrenza non ha tralasciato di esprimere il suo punto di vista sulle acquisizioni tra colossi delle tecnologia, soprattutto quando grandi gruppi assumono il controllo di enormi quantità di dati: le operazioni sul mercato non sono necessariamente negative e i Big data hanno un potenziale innovativo indubbio, ma la Vestager ha chiarito che se l’M&A diventa un modo per limitare la concorrenza di mercato l’Europa ha gli strumenti per impedire queste operazioni.

Sui dati la Vestager ha sottolineato il valore del prossimo regolamento sulla privacy, che sarà pubblicato a maggio e cui le tech companies si dovranno attenere, e ha sottolineato la determinazione con cui la Commissione europea intende opporsi ai paradisi fiscali: “Quando un governo dà a un gruppo ristretto di multinazionali la possibilità di pagare meno tasse, sta impedendo a tutte le altre di competere ad armi pari. Per questo abbiamo deciso di ostacolare le tassazioni speciali di alcuni paesi europei e stiamo lavorando per cambiare le regole sulle tasse delle aziende della digital economy per essere certi che il sistema fiscale sia equo”. L’obiettivo è arrivare a un approccio condiviso su scala Ue entro la metà 2018.

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