Google nella morsa dell’antitrust: ora non sono più le autorità
federali a prepararsi, come rivelato dal Financial Times, a
indagare su presunte pratiche anti-concorrenziali di Big G, ma
anche California, New York e Ohio hanno avviato le loro indagini
per vagliare la posizione di mercato e le pratiche di business di
Google, unendosi al Texas, che aveva fatto partire la sua inchiesta
antitrust già l'anno scorso. I procuratori generali dei
quattro Stati vogliono capire la possibile minaccia rappresentata
da Google alla libera concorrenza sul mercato online a causa del
suo dominio nella Internet search.
Secondo il Ft, le “nubi regolatorie che si stanno addensando”
su Google negli Stati Uniti ricordano le inchieste contro Microsoft
avviate più di dieci anni fa. Anche in quel caso, la prima
indagine nei confronti del colosso del software è partita dal
Texas, per poi estendersi ad altri Stati e a livello federale,
coinvolgendo il dipartimento di Giustizia. Microsoft alla fine ha
raggiunto un accordo con l’amministrazione di George W. Bush e
gli Stati che avevano aperto le indagini, evitando di dover
smembrare la compagnia come aveva ordinato uno dei giudici.
L’ampliarsi dell’inchiesta antitrust nei confronti di Google
rischia ora di impegnare notevolmente le risorse del colosso
Internet e di distrarlo dalle sue priorità di business, proprio
come accaduto per Microsoft, osservano alcuni analisti. Tra
l’altro, Google è sotto lo scrutinio anche della Commissione
europea.
Gli Stati che hanno avviato le loro indagini antitrust su Google
sono ancora alla fase iniziale del processo, che si annuncia però
complesso dal punto di vista legale per Mountain View, perché le
leggi antitrust possono variare nei diversi Stati Usa.
Come noto, l’indagine europea è partita in seguito a delle
denunce che sostengono che Google penalizzi alcuni siti web
spingendoli agli ultimi posti dei risultati di ricerca, e abusi
della sua posizione dominante nella pubblicità collegata con la
search. Le inchieste negli Stati Uniti sono invece state innescate
dall’acquisizione da parte di Google di Ita Software e dal timore
che l’ingresso nel settore dei servizi di informazioni sui viaggi
possa concedere a Mountain View un vantaggio sleale sulla
concorrenza.
Così anche se il dipartimento di Giustizia ha approvato
l'accordo Ita quest'anno, la Federal Trade Commission ha
quasi immediatamente iniziato un'indagine preliminare ad ampio
raggio sulla posizione di mercato Google.
Il pressing su Mountain View non finisce qui, perché a Washington
un gruppo di influenti senatori, sia repubblicani che democratici,
parte del Senate antitrust subcommittee, hanno chiesto
all’azienda di mandare il chief executive Larry Page o il
presidente Eric Schmidt, a testimoniare in un'udienza che deve
chiarire la natura del business e i comportamenti di Google. Google
starebbe negoziando con il comitato per inviare, anziché Page o
Schmidt, il suo massimo rappresentate legale, David Drummond.