Il caso della fusione tra Open Fiber e Metrobweb finisce sul tavolo della Corte di Giustizia Europea. A chiedere al tribunale comunitario di esprimersi è il Consiglio di Stato, che ha riunito gli appelli ed emesso una sentenza non definitiva sul ricorso presentato da Tim, che chiedeva l’annullamento di una gara Infratel sulla banda ultralarga. Nello specifico si tratta del bando per la concessione della costruzione, manutenzione e gestione della rete in fibra ottica in Abruzzo, Molise, Emilia Romagna, Lombardia, Toscana e Veneto.
Ora i giudici europei dovranno decidere se è fondata la lettura proposta da Tim, secondo cui la fusione per incorporazione di Metroweb in Enel Open Fiber il 23 gennaio scorso avrebbe violato le regole del bando ed europee.
I giudici del Consiglio di Stato, nell’attesa del pronunciamento della Corte Ue, hanno sospeso il proprio giudizio, sostenendo da una parte che “il carattere strutturale di tale tipo di operazioni è ben lontano da un accordo di tipo collusivo fra due concorrenti che intendono alterare gli equilibri di una singola gara”, e dall’altra che “a conclusioni diverse potrebbe giungersi soltanto se la Corte di Giustizia europea affermasse che l’ordinamento eurounitario vieta in via di principio la conclusione di accordi fra operatori concorrenti e partecipanti alla medesima gara, il cui oggetto o effetto sia quello di comportare de futuro una fusione per incorporazione fra loro”.