Hewlett-Packard tratta per dare in licenza il suo software mobile,
WebOs. Lo ha fatto sapere lo stesso chief executive Leo Apotheker:
“Stiamo discutendo con una serie di società”, ha dichiarato il
top manager in un'intervista a Pechino riportata da Bloomberg.
"Non posso fornire ulteriori dettagli, ma posso rivelarvi che
un certo numero di aziende ha manifestato interesse. Stiamo
procedendo con le trattative”.
WebOs darebbe ai produttori di hardware una scelta alternativa al
sistema operativo Android di Google e a Windows di Microsoft nella
competizione con Apple su smartphone e tablet computer. Per
Hewlett-Packard, che ha ridotto le sue previsioni di fatturato di
un miliardo di dollari il mese scorso, le licenze del sistema
operativo potrebbero aiutare a rafforzare le attività nel software
e controbilanciare il calo delle vendite nei Pc.
"La realtà è che Google e Apple sono leader nel settore e i
consumatori lo stanno dimostrando tramite i prodotti che
acquistano", commenta Shaw Wu, analista a San Francisco per
Sterne Agee & Leach Inc. "Il problema per Hp è: come dare in
licenza WebOs e non mettersi a fare concorrenza ai propri
prodotti?”. Hewlett-Packard, infatti, produce e vende i propri
telefoni e tablet con sistema operativo WebOs.
Apotheker non ha voluto fornire una scadenza per decidere in merito
ai partner cui dare eventualmente in licenza il sistema operativo,
chiarendo: “Non c’è fretta”. Ma secondo le indiscrezioni di
Bloomberg, tra le aziende interessate a utiizzare il software di Hp
ci sarebbe Samsung Electronics.
Hewlett-Packard è aperta a dare in licenza il suo sistema
operativo a terze parti se queste offrono miglioramenti nella
progettazione e nello sviluppo, aveva dichiarato all’inizio del
mese in un’intervista Jon Rubinstein, il dirigente di Hp
responsabile di WebOs.
Da parte sua Apotheker, che il mese scorso ha inviato una nota ai
dipendenti annunciando "un altro trimestre difficile",
aveva dichiarato a marzo che Hp vuole portare WebOs su una più
ampia gamma di prodotti e potenziare la produzione fino a oltre 100
milioni di device l’anno.