“Che ci facciamo dei soldi in tasca? Niente, semplicemente non ce li teniamo!”: Alf Karlsson, ministro dell’Edilizia abitativa e dello Sviluppo digitale della Svezia spiega così, con un esempio molto concreto, che cos’è una cashless society. Semplicemente una società in cui il denaro fisico scompare, sostituito al 98% dalle transazioni in bit.
È questione di tecnologia, certamente, ma molto di più è anche questione della mentalità di un Paese e dei suoi cittadini. E noi italiani, per una miriade di ragioni non sempre confessabili, siamo affezionati al portafoglio pieno di carta e di spiccioli. Anche se maneggiare il denaro ha costi nettamente superiori alle transazioni digitali ed una serie di svantaggi ben evidenti.
In ogni caso, l’Italia è indubbiamente indietro rispetto alla Svezia quanto a digitalizzazione. E non solo per l’e-payment. “Da tempo l’innovazione digitale rappresenta una priorità dell’agenda politica del nostro Paese. Crediamo che il futuro sarà in larga parte digitale”, spiega Robert Rydberg, ambasciatore di Svezia in Italia.
In realtà, senza attendere il futuro in Svezia il presente è già in buona parte digitale. È anche per questo che molte aziende del Paese scandinavo hanno accumulato know how e tecnologia che potrebbero venire utili all’Italia nella sua via di ammodernamento digitale, in particolare in relazione ai piani per la banda ultralarga che porteranno la fibra ottica in gran parte delle abitazioni italiane e alla strategia per la crescita digitale che coinvolge sia i servizi della pubblica amministrazione sia la riconversione digitale delle aziende private.
“Nel campo dell’innovazione digitale le opportunità di dialogo e collaborazione tra Svezia e Italia sono molteplici – osserva Karlsson – Ad esempio, abbiamo una riconosciuta leadership nel campo delle competenze digitali, della digital security, della digital innovation e delle smart citiy. In questi settori la collaborazione fra le aziende svedesi e quelle italiane non può che essere feconda”.
Così come potrebbe esserlo nella realizzazione del piano Bul per la banda ultralarga: “Il nostro Paese è tutto collegato in fibra ottica – sottolinea ancora l’ambasciatore – le nostre aziende del settore si sono anche unite in un’associazione ad hoc: la Swedish local fiber alliance, le cui competenze ed esperienze potrebbero rivelarsi utili anche per l’Italia”.
Proprio per questo nell’ultimo anno, anche su impulso dell’ambasciatore Rydberg, si sono moltiplicate le visite di delegazioni istituzionali e di rappresentanze di imprese svedesi in Italia. Lo stesso sottosegretario Karlsson è venuto per ben tre volte nel 2017. L’ultima occasione proprio alla fine di novembre con puntate a Milano e a Roma per una due giorni di incontri economici ed istituzionali italo-svedesi.
In particolare “l’attenzione del Governo italiano per lo sviluppo di infrastrutture in fibra ottica su tutto il territorio nazionale ha riscontrato molto interesse in Svezia, sia nel privato che nel pubblico – spiega ancora Rydberg – Lo stesso interesse da parte svedese viene rivolto ai progetti regionali e locali sulle Smart City e alle collaborazioni tra comuni italiani e esteri sulla digitalizzazione”.