La Commissione europea ha rinviato al mittente – alias
all'Agcom – la proposta per l'accesso alle reti Nga,
mettendo nero su bianco, in una lettera
a firma del direttore generale Robert Madelin, una serie di
osservazioni di ordine tecnico e anche di natura concorrenziale. La
proposta dell'autorità presieduta da Corrado Calabrò ha di
fatto ottenuto un "ni": numerose le questioni su cui la
Commissione ha espresso perplessità.
Secondo la Commissione europea non è proporzionato richiedere a
Telecom Italia un accesso locale ad infrastrutture Nga quando
questo operatore non abbia realizzato/pianificato il cablaggio
richiesto dall’Olo. La Commissione ricorda infatti che, anche in
assenza di forme di accesso alternative, l’obbligo di accesso end
to end possa essere imposto, su base transitoria, solo se riguarda
un accesso in fibra già costruito da Telecom Italia.
Un cablaggio esclusivamente per conto terzi, estraneo al piano di
investimento di Telecom Italia, esulerebbe dall’ambito degli
obblighi ammissibili in quanto non proporzionato ed eccessivamente
oneroso.
La Commissione chiede dunque all'Agcom una più approfondita
verifica di legittimità ed una ulteriore valutazione per fornire
ulteriori elementi a sostegno della necessità e proporzionalità
di tale “burdensome” remedy.
La Commissione rinnova inoltre la richiesta di una sua ulteriore
valutazione di legittimità anche nell’ambito di una nuova
necessaria notifica delle condizioni di pricing su tale forma di
accesso.
In dettaglio "la Commissione reitera la posizione che ha già
espresso in relazione ai casi IT/200/0988-0989 e cioè che
l’analisi di mercato e la scelta dei rimedi devono essere
prospettici, in particolare perché l’Agcom riconosce che il
processo di migrazione di Telecom Italia verso una rete Nga – che
è oggi in una fase iniziale di avviamento – avrà un impatto
considerevole sui mercati durante il periodo cui si riferisce la
presente analisi", si legge nella missiva. "L’accesso
all’infrastruttura passiva e l’accesso Vula su fibre ottiche
non sarebbero sufficienti a salvaguardare
un’effettiva concorrenza. La Commissione invita pertanto
l’Agcom a valutare nuovamente se sia necessario, a norma
dell’articolo 8 della direttiva “accesso” e in conformità
del punto n. 22 della raccomandazione sulle reti di accesso di
nuova generazione, rendere obbligatoria – già nel periodo
oggetto della presente analisi del mercato – la disaggregazione
fisica delle linee in fibra esistenti ove
tecnicamente fattibile".
Ancora la Commissione invita a "valutare adeguatamente le
differenze di condizioni di concorrenza esistenti tra aree
geografiche sul mercato dell’accesso alla banda larga" ed
evidenzia la necessità di "garantire la trasparenza e la
coerenza nella notifica di rimedi nell’ambito della procedura di
consultazione a livello dell’Unione".