Shuttle, in orbita l’ultima navicella. La Nasa: “Fine di un’era”

Con il lancio dell’Atlantis, oggi da Cape Canaveral, va in pensione il progetto spaziale battezzato nel 1981: 135 missioni e 870 milioni di km “macinati” nello Spazio. A bordo anche tecnologia tricolore. Saggese (Asi): “Per l’Italia bilancio positivo”

Pubblicato il 08 Lug 2011

Per la Nasa "è la fine di un'era". Da Cape
Canaveral, in Florida, lo shuttle Atlantis è partito oggi per
l'ultima volta verso la Stazione Spaziale Internazionale (Iss)
con la missione Sts-135. Dopo trent'anni e 135 missioni, 870
milioni di chilometri percorsi, termina il programma spaziale
americano iniziato il 12 aprile 1981. Le uniche tre navicelle
rimaste – Discovery, Endeavour e Atlantis – troveranno posto nei
musei.

A bordo della navicelle è ospitato il modulo abitativo italiano
Mplm (Multi Purpose Logistic Module) Raffaello, realizzato da
Thales Alenia Space per conto dell’Agenzia Spaziale Italiana, che
per la quarta volta raggiungerà la casa orbitante. Cinque delle
ultime sei missioni del programma shuttle realizzate in questo anno
e mezzo hanno visto la presenza rilevante dell’Italia.
Attrezzature e astronauti italiani sono stati protagonisti di
questo importante biennio nella vita e nella messa a punto della
Stazione. Dall’arrivo del Nodo3 e della Cupola Stazione,
l’Italia, attraverso l’Agenzia Spaziale Italiana, ha messo a
segno importanti successi e riconoscimenti internazionali nel
settore spaziale. Oltre la metà delle stanze dove vivono gli
astronauti sono state realizzate nel nostro Paese. A Torino nei
laboratori di Thales Alenia Space sono stati ideati e sviluppati
importanti componenti della Stazione Spaziale, tra cui la Cupola,
punto di osservazione rivolto verso la Terra e i moduli abitativi
Nodo 2 e 3. Thales Alenia Space, attiva nella progettazione e
costruzione di moduli pressurizzati da oltre 30 anni, fornisce,
attraverso Asi ed Esa, un contributo di riconosciuto prestigio
internazionale, realizzando oltre il 50% del volume abitabile
dell’intera Stazione.

“Una missione conclusiva la Sts-135, composta da quattro
astronauti che avranno il compito storico – spiega il presidente
dell’Asi, Enrico Saggese – di concludere una straordinaria
stagione di voli umani spaziali. Si è trattato di un grande
traguardo tecnologico che ha permesso non solamente di costruire la
ISS ma di realizzare importanti missioni di studio. Il ruolo
dell’Italia in questi tre decenni è stato fondamentale e di
grande significato.

“Per l’Italia il bilancio conclusivo è molto positivo, non
solamente perché ha realizzato oltre la metà della parte
abitabile della Stazione. Grazie alla collaborazione tecnologica
con gli Usa –sottolinea Saggese – abbiamo stabilito un forte
legame e lavorato a stretto contatto con la Nasa, tanto da essere
considerati partner privilegiati. Abbiamo investito molto,
intellettualmente e industrialmente, e siamo diventati tra i primi
player al mondo nel realizzare strutture adatte alla vita nello
spazio. Oggi si chiude, quindi, un’era ma siamo certi che il
futuro ci aprirà nuovi e importanti traguardi. Una nuova frontiera
che ci vedrà ancora una volta protagonisti di primo piano”.

L’attracco temporaneo di Raffaello al Nodo2, Harmony, alla
Stazione Spaziale Internazionale avverrà l’11 luglio. Nei
successivi quattro giorni gli astronauti trasferiranno il contenuto
del modulo nella ISS e lo riempiranno con i materiali che dovranno
tornare sulla Terra.

Il 16 luglio Raffaello sarà sganciato dal Nodo2 per essere
ricollocato nel cargo bay dello Shuttle e, il giorno successivo,
una data che resterà nella storia delle esplorazioni spaziali,
l’Atlantis si staccherà per l’ultima volta dalla stazione
spaziale. Si chiude così una era trentennale iniziata il 12 aprile
del 1981, nel giorno del ventesimo anniversario del lancio di Jurij
Gagarin, primo uomo nello spazio. Venti anni irripetibili ed
entusiasmanti, iniziati con il volo di Gagarin, culminati con il
lancio dello shuttle e arricchiti dalla realizzazione dello Skylab,
prima stazione spaziale statunitense.

Ben tre di questi moduli sono stati forniti alla Nasa tramite
l'Asi: Leonardo, Raffaello e Donatello, tutti progettati per
una vita operativa di 10 anni e 25 missioni. Il primo della serie,
Leonardo, è stato anche trasformato, il 25 febbraio scorso, in
modulo permanente, divenendo stabilmente parte della Iss, e
attestando l’Italia come l’unico paese europeo ad avere un
proprio modulo sulla Stazione Spaziale Internazionale.

Ecco in pillole la storia dello Shuttle.

– 1981, IL PRIMO LANCIO DELLO SHUTTLE COLUMBIA: lo
shuttle Columbia arriva a Palmdale, in California, il 25 marzo
1979. Il lancio è il 12 aprile 1981, ventesimo anniversario del
primo uomo nello spazio. A bordo del Columbia gli astronauti John
Young e Robert Crippen. Lo shuttle torna sulla terra il 14 aprile,
54 ore e mezza dopo.

– 1983, IN ORBITA IL LABORATORIO SPAZIALE: il 18
novembre 1983 parte la missione dello shuttle Columbia per portare
nello spazio il primo modulo dello Spacelab, un laboratorio
spaziale. Lo shuttle torna con successo sulla terra dieci giorni
dopo.

– 1990, DISCOVERY PORTA IN ORBITA IL TELESCOPIO
HUBBLE
: il 24 aprile del 1990, lo shuttle Discovery porta
in orbita il telescopio spaziale Hubble a una distanza di circa 600
chilometri. La missione dura cinque giorni: il Discovery atterra in
California il 29 aprile.

– 1986-2003, GLI INCIDENTI DI CHALLENGER E
COLUMBIA
: quattordici astronauti perdono la vita nei due
incidenti del 1986 e del 2003. L'esplosione del Challenger
avviene appena 73 secondi dopo il decollo, il 28 gennaio 1986, per
un guasto a una guarnizione. L'incidente al Columbia avviene il
primo febbraio 2003: questa volta la navicella esplode durante la
fase di rientro nell'atmosfera.

Gli astronauti che hanno viaggiato sullo Shuttle sono stati i n
tutto 355, tra i quali gli italiani Umberto Guidoni, Roberto
Vittori e Paolo Nespoli. Le donne astronauta sono state 48. Il
costo totale del programma è stato di 196 miliardi di dollari.

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