Agli europei piacciono i “pacchetti”. Secondo l’indagine
“E-Communications Household” dell’Eurobarometro quattro
famiglie su dieci comprano servizi internet, telefonici e
televisivi “integrati” da un unico fornitore. Inoltre il 65%
delle persone limita l’uso del cellulare per via dei costi e le
telefonate via internet sono sempre più popolari.
Nel dettaglio il 42% dei nuclei famigliari è abbonato a un
servizio “integrato”, mentre 61% di tutti gli accessi internet
e metà dei servizi di telefonia fissa sono acquisitati
nell’ambito di un pacchetto. Il 41% ha dichiarato che il
principale vantaggio di questi pacchetti è la comodità di avere
un unico fornitore di servizi ed un’unica fattura mentre il 33%
ritiene che questa soluzione costi meno rispetto al pagamento
separato di ciascun servizio.
“Tuttavia 16% ritiene che i pacchetti offrono servizi di cui i
clienti non hanno bisogno – si legge nel report – e un ulteriore
10% si interroga sulla mancanza di trasparenza e chiarezza in
relazione ai costi e alle condizioni di ciascun servizio”.
Una persona su quattro tra quelle interpellate ritiene che la
velocità di upload e download di internet non rispetti le
condizioni del contratto che hanno sottoscritto (un problema già
rilevato nella comunicazione “Neutralità della rete” della
Commissione ) e uno su tre dichiara di aver subito interruzioni
della connessione. La nuova legislazione dell’Ue in vigore dal 25
maggio 2011 impone ai fornitori di servizi di fornire ai clienti,
prima che firmino un contratto, informazioni esaustive e affidabili
sui livelli di qualità minimi, concernenti la velocità effettiva
della connessione ed eventuali limiti della velocità di internet.
La Commissione sta attualmente analizzando la velocità della banda
larga e altre questioni relative alla trasparenza e alla
qualità.
Sei famiglie su dieci dichiarano di non aver mai preso in
considerazione la possibilità di cambiare fornitore di servizi; il
77% delle famiglie sono “inerti”, ossia non cambierebbero mai
il pacchetto che hanno sottoscritto. Il 12% dei nuclei famigliari
cambia regolarmente fornitore e un altro 12% vorrebbe cambiare
fornitore ma non lo fa per svariate ragioni. Tra i rischi insiti
nel cambiamento di fornitore si annovera il rischio di interruzione
temporanea del servizio e di dover pagare più fornitori nella fase
del passaggio e le scarse informazioni sulla procedura da seguire
per effettuare questo cambiamento.
“I consumatori ci stanno facendo capire chiaramente che sono
preoccupati perché non ottengono la velocità di internet e la
qualità dei servizi loro promessi – sottolinea Neelie Kroes,
commissario per l’Agenda digitale – Le autorità nazionali devono
adottare provvedimenti adeguati per garantire che gli operatori
rispettino le nuove regole dell’Ue che impongono loro la massima
trasparenza in materia di velocità di connessione e qualità del
servizio. Se ciò non bastasse, non esiterò ad adottare altre
misure sotto forma di orientamenti normativi o addirittura atti
normativi.”
Dall’indagine emerge inoltre che i cittadini Ue sono preoccupati
per la questione della riservatezza dei dati – l’88% degli
intervistati ha dichiarato che gradirebbe essere informato in caso
di smarrimento, alterazione o furto dei dati raccolti dal fornitore
di servizi di telecomunicazione. Secondo le nuove regole in vigore
dal 25 maggio 2011, gli operatori di telecomunicazioni e i
fornitori di servizi internet sono tenuti ad adottare misure di
sicurezza rigorose per tutelare il nome, l’indirizzo email e le
coordinate del conto bancario dei loro clienti, ma anche i dati
relativi alle telefonate e alle sessioni internet effettuate. Le
nuove regole impongono agli operatori di informare immediatamente
le autorità preposte alla protezione dei dati e i loro clienti
qualora si verificasse una violazione della sicurezza o la perdita
o il furto di dati personali.