Il sito www.italia-programmi.net finisce nel mirino
dell'Antitrust. L'Authority ha infatti avviato
un'istruttoria per pratica commerciale scorretta, con possibile
adozione di un provvedimento cautelare, nei confronti della
società Estesa Limited. La decisione è stata presa alla luce
delle numerose segnalazioni di singoli cittadini e di associazioni
dei consumatori, tra le quali Aduc Firenze e Acu Piemonte.
Secondo le denunce ricevute, digitando sul motore di ricerca Google
il nome di un determinato software, in particolare l'antivirus
Avira, accompagnato dalle parola "gratis" o
"gratuito" o "free", appariva come primo
risultato il link www.italia-programmi.net. Selezionando il link,
il consumatore veniva indirizzato a un sito dove sotto la dicitura
"Scaricalo Subito" era richiesto di fornire dati
personali utili alla registrazione. Una volta inseriti i propri
dati, il consumatore sottoscriveva sostanzialmente a sua insaputa,
un contratto biennale con la società Estesa Ltd, con sede nella
Repubblica delle Seychelles, per la fornitura di software al costo
annuale di 96 euro da pagare anticipatamente una volta l'anno.
La pagina di registrazione riportava i termini dell'abbonamento
con un'evidenza grafica non sufficiente a una loro immediata
percezione.
In sostanza il consumatore era indotto a credere che si trattasse
di un servizio gratuito. Decorso il tempo per il recesso, e talora
anche prima di tale termine, senza dare al consumatore alcuna
conferma del perfezionamento del contratto stesso, sembra che
Estesa Ltd inizi a sollecitare i pagamenti e minacci
l'esperimento di azioni legali in caso di mancato adempimento,
prefigurando a carico del consumatore ingenti costi aggiuntivi non
quantificati né quantificabili.
Questi solleciti risulterebbero anche inviati a consumatori che
hanno esercitato, nei termini e secondo le modalità previste, il
diritto di recesso. In alcuni messaggi inviati ai consumatori
Estesa Limited fa anche riferimento in maniera falsa al fatto che i
legali della società starebbero fornendo all'Autorità Garante
della Concorrenza tutta la documentazione "richiesta"
laddove di fatto nulla è stato sino ad oggi richiesto e, pertanto,
nessuna informazione è stata fornita dalla società. Solo tra il
2009 e il 2011 l'Autorità ha irrogato oltre 5 milioni di euro
di multe per comportamenti scorretti che, attraverso il meccanismo
della registrazione sui siti, inducevano i consumatori a
sottoscrivere, in modo inconsapevole, contratti di fornitura di
servizi vari.