Milano capitale d’Europa del 5G? Secondo Antonello Giacomelli, sottosegretario del Mise con delega alle Comunicazioni, è possibile. “Purché riusciamo a sfruttare, con una metafora ciclistica, questa fuga in avanti: solo pochi secondi ci separano dalle altre città in lizza”. Quando parla di “fuga”, Giacomelli allude alla sperimentazione 5G sull’area metropolitana di Milano presentata stamattina a Palazzo Marino, sede del Comune del capoluogo lombardo.
Comincia così ufficialmente il progetto che vedrà lo stesso Comune, Regione Lombardia, Città Metropolitana, Politecnico e Mise lavorare gomito a gomito insieme a 28 partner sotto la direzione di Vodafone, che si è aggiudicata il beauty contest indetto dal ministero. Il percorso si snoda lungo 41 use case distribuiti a cavallo di 7 ambiti ben definiti (Sanità e benessere, Sicurezza e sorveglianza, Smart energy, Mobilità e trasporti, Manifattura e Industria 4.0, Education/Learning/Entertainment, Digital divide), e grazie a investimenti per 90 milioni di euro punta a trasformare Milano in un polo d’attrazione per chiunque, tra ricerca, impresa e pubblica amministrazione, cerchi uno sfogo italiano all’innovazione digitale e all’economia basata sull’Internet delle cose. Entro il 2018, l’80% della città sarà raggiunta dal segnale 5G, che coprirà tutta l’area metropolitana entro il 2019.
“Non basta però realizzare l’infrastruttura, è necessario decostruire e ricomporre tutti i modelli i business. Per questo ci occorrono creatività, immaginazione e codice”, ha detto Aldo Bisio, Amministratore Delegato di Vodafone Italia, spiegando che lo strumento per lavorare in tal senso sarà l’Open Lab IoT, una struttura dedicata alle startup e finanziata con 10 milioni di euro in quattro anni. “Siamo convinti che l’innovazione arrivi specialmente dai ricercatori, dagli studenti, dalle Pmi, che – non dovendo difendere il proprio territorio come invece tocca fare alle imprese di grandi dimensioni – possono muoversi con estrema agilità”.
Bisio ha descritto alcuni degli use case che saranno sperimentati, dalla sensoristica applicata alla mobilità per monitorare traffico e condizioni della strada fino alla sicurezza cittadina, garantita da droni in grado di sfruttare sistemi di videoanalisi con riconoscimento facciale, passando per l’autoambulanza connessa e le analisi mediche da remoto. “Senza dimenticare i progetti per la guida assistita e autonoma e i robot per l’agricoltura di precisione”. Rispetto a quest’ultimo ambito è prevista l’assegnazione di alcuni lotti nell’area metropolitana, anche se i dettagli sulle località precise non sono ancora disponibili: occorrono permessi e formalità burocratiche. Proprio per ovviare a uno dei lacci più stringenti per qualsiasi iniziativa legata all’innovazione, nel progetto è stato coinvolto anche Francesco Vassallo, Consigliere Delegato alla Semplificazione e Digitalizzazione Città Metropolitana, che ha promesso il massimo impegno in questo senso.
Catalizzatore delle diverse spinte del territorio, in uno sforzo che però si auspica sia nazionale e non locale, sarà il Politecnico di Milano, con l’incubatore PoliHub (che di fatto ospiterà Open Lab IoT). “Siamo di fronte a una trasformazione mai vista prima, resa possibile da ingenti investimenti industriali, ma nell’alveo di un progetto nazionale, realizzato grazie alla partnership tra pubblico e privato”, ha confermato il rettore dell’ateneo Ferruccio Resta. “Così come il 5G sarà l’occasione per il campus Bovisa di perfezionare la propria specializzazione nelle applicazioni Industry 4.0, il contesto di Città Studi diverrà un polo all’avanguardia, un laboratorio a cielo aperto, per la sensoristica avanzata in chiave Smart City”.
Milano è dunque pronta a cogliere la sfida. L’ha rimarcato il sindaco Giuseppe Sala sottolineando che quella meneghina è una comunità da sempre disposta a fare la propria parte in cambio del supporto del governo centrale. “Credo sia un errore considerare tutti i territori italiani alla stessa stregua: ognuno ha le sue forze, le sue specialità, le sue vocazioni”, ha detto il sindaco. “Milano può offrire un apporto importante sul piano dell’innovazione, chiediamo per questo un occhio di riguardo da parte delle istituzioni sulla sperimentazione 5G”.
Giacomelli ha immediatamente ricordato che le frequenze per la sperimentazione sono state messe a disposizione in forma gratuita, e ha assicurato che a Milano, a cui si richiede di trasformare il piano in un’opportunità per tutto il Paese, non mancherà il supporto lungo il percorso. “Siamo solo ai nastri di partenza”, ha chiosato il sottosegretario, “abbiamo mosso soltanto il primo passo per costruire un’alternativa a tutti i ragazzi che per inseguire il proprio sogno di innovazione oggi scelgono di spostarsi all’estero”.