E' in ritardo l'Italia sul Pacchetto Telecom, la riforma
delle tlc europee approvata dalla Commissione europea a novembre
2009 il cui recepimento da parte degli Stati membri era stato
fissato al 25 maggio 2011. La Commissione Ue ha dunque deciso di
aprire una procedura d'infrazione contro iil nostro Paese, che
però questa volta è in buona compagnia considerato che sono 19
gli altri Stati a cui è stata inviata la lettera di messa in mora,
lo step che apre la procedura di infrazione fino al deferimento
alla Corte di Giustizia.
"Un'attuazione rapida e coerente di tale legislazione
costituisce una priorità dell'Agenda digitale europea – si
legge in una nota della Commissione Ue -. Tuttavia in tutti gli
Stati membri dell'Ue è in corso l'iter legislativo e la
gran parte di essi ha informato la Commissione in merito ad alcune
misure attuative, ma solo sette Stati membri – Danimarca, Estonia,
Finlandia, Irlanda, Malta, Svezia e Regno Unito – hanno comunicato
alla Commissione la piena attuazione della nuova normativa.
Gli altri venti Stati membri, ossia Austria, Belgio, Bulgaria,
Cipro, Repubblica ceca, Francia, Germania, Grecia, Ungheria,
Italia, Lettonia, Lituania, Lussemburgo, Paesi Bassi, Polonia,
Portogallo, Romania, Slovacchia, Slovenia e Spagna, hanno due mesi
per rispondere alle lettere di costituzione in mora. "In caso
di inadempimento o qualora la risposta non sia soddisfacente, la
Commissione potrà inviare agli Stati membri interessati una
richiesta formale di attuazione della legislazione, sotto forma di
parere motivato nell'ambito delle procedure di infrazione, e
infine adire la Corte di giustizia dell'Unione europea",
recita ancora la nota.
Fra le misure che avrebbero dovuto essere operative da fine maggio
la number portability in un solo giorno per cambiare operatore
fisso e mobile nonché maggiore trasparenza sulle offerte e i
servizi acquistati e maggiore protezione dei dati.