Con l’affermarsi del digitale cresce nel mondo il “peso” dei rifiuti elettronici: secondo i dati del Global e-waste monitor 2017 dell’Onu, infatti, nel 2016 ne sono state prodotte 44,7 milioni di tonnellate, con una progressione che in due hanno ha toccato quota +8%.
Andando a vedere più da vicino la situazione nel nostro Paese, dallo studio emerge che ogni italiano produce in un anno 18,9 chili di spazzatura elettronica.
Secondo le Nazioni Unite la crescita dei rifiuti elettronici è principalmente dovuta alla crescita dei redditi globali e al calo abbastanza generalizzato dei prezzi, che riguarda i dispositivi elettronici e gli elettrodomestici.
Dal 2014 al 2016 l’e-waste pro-capite è aumentato del 5%, mentre soltanto il 20% viene riciclato, nonostante si tratti spesso di materiali preziosi, dall’oro all’argento al rame. La stima del valore dei materiali ricuperabili sul 2016 tocca infatti i 55 miliardi di dollari.
Tra i materiali più inquinanti il report comprende i piccoli e grandi elettrodomestici e gli apparecchi di riscaldamento e raffreddamento.
Quanto al futuro, secondo gli studiosi dell’Onu entro il 2021 i rifiuti elettronici sono ancora destinati a crescere, fino a un +17% che li porterà a superare quota 52 milioni di tonnellate.