LE NORME

Intercettazioni, stretta sui trojan

Il Cdm approva in secondo esame preliminare il decreto legislativo: i captatori informatici non possono essere utilizzati senza limiti di tempo ma attivati da remoto secondo il programma di indagine del Pm. Eccezioni per i reati di mafia e terrorismo

Pubblicato il 19 Dic 2017

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Novità per l’uso dei trojan nelle intercettazioni. Ieri il Consiglio dei ministri ha approvato, in secondo esame preliminare, un decreto legislativo che introduce disposizioni in materia “confermando il ruolo delle intercettazioni come fondamentale strumento di indagine e creando un giusto equilibrio tra la segretezza della corrispondenza e di ogni altra forma di comunicazione e il diritto all’informazione”, spiega Palazzo Chigi in una nota. 

Secondo le nuove norme i captatori informatici, i trojan appunto, non possono essere mantenuti attivi senza limiti di tempo o di spazio, ma devono essere attivati da remoto secondo quanto previsto dal pubblico ministero nel proprio programma d’indagine. Si prevede inoltre che debbano essere disattivati se l’intercettazione avviene in ambiente domiciliare, a meno che non vi sia prova che in tale ambito si stia svolgendo l’attività criminosa oggetto dell’indagine o che l’indagine stessa non riguardi i delitti più gravi, tra i quali mafia e terrorismo.

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