Costa 1,16 milioni di euro, il massimo previsto dalla legge, la bolletta a 28 giorni agli operatori di tlc. Lo ha deliberato il Consiglio dell’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni, presieduto da Angelo Marcello Cardani, su proposta del relatore Francesco Posteraro. L’authority ha deciso di multare Vodafone, Tim, Wind Tre e Fastweb con il massimo della sanzione prevista.
L’”operazione 28 giorni” dei gestori aveva portato l’Agcom ad intervenire già in primavera con un’apposita delibera in materia di cadenza di rinnovo delle offerte e di fatturazione dei servizi, relativamente alla telefonia fissa e alle offerte convergenti fisso-mobile.
L’Autorità ha anche emanato apposite linee guida sulla propria attività di vigilanza dell’attuazione, da parte degli operatori, delle disposizioni in materia previste dal dl fisco. La fatturazione a 28 giorni è finita infatti nei mesi scorsi anche nel mirino del Governo che con il decreto fiscale ha di fatto bloccato questa pratica riportando la fatturazione su base mensile per telefoni e pay-tv, con l’esclusione di promozioni non rinnovabili o inferiori al mese. Un divieto che però gli operatori avrebbero iniziato ad aggirare decidendo un aumento delle tariffe.
Tim precisa di “aver avviato un piano di comunicazione verso la propria clientela small business per informarla che tornerà alla fatturazione su base mensile, come stabilito dalla nuova normativa. Tale adeguamento non comporterà per i clienti nuovi aumenti della spesa su base annuale, ulteriori rispetto a quanto già comunicato al momento dell’introduzione della fatturazione a 28 giorni”. Rispondendo alla Federconsumatori l’azienda spiega che “con riferimento alla clientela consumer TIM adeguerà le proprie offerte fisse e mobili ai nuovi criteri di fatturazione mensile entro i termini previsti dalla legge, informando opportunamente i clienti su tempi e modalità di attuazione, attraverso i consueti canali di contatto. TIM ricorda che nel periodo 2012-2016 i prezzi dei servizi di telecomunicazione sono scesi di oltre 14 punti percentuali e nel solo 2016 (rispetto al 2015) la riduzione dell’indice dei prezzi delle telecomunicazioni è stato del 5,6% (come risulta dall’Osservatorio Agcom).